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Produzione, consumatori preoccupati dal calo di luglio. Confcommercio: a rischio obiettivi PIL 2023

Teleborsa  |
11/09/2023 14:02

(Teleborsa) - Pesante battuta d'arresto per l'industria italiana, con la produzione che a luglio segna un calo del -0,7% su mese e addirittura del -2,1% su base annua.

"A luglio la produzione registra un preoccupante calo, un dato su cui pesa in modo evidente l'emergenza prezzi che attanaglia il nostro paese – ha spiegato il Codacons in una nota – Allarme per i beni di consumo che registrano un vero e proprio crollo verticale, con una contrazione del -10,1% su base annua per quelli durevoli e una discesa del -4,4% in un solo mese.


"A pesare come un macigno sull'industria italiana è proprio l'inflazione ancora alle stelle, con i prodotti più acquistati dalle famiglie che registrano una marcata crescita a due cifre dei prezzi, ed effetti diretti sulla spesa e sui consumi degli italiani – prosegue l'associazione – Per questo ribadiamo la necessità di intervenire sui prezzi al dettaglio, perché solo calmierando i listini sarà possibile tutelare la capacità di acquisto delle famiglie, sostenere i consumi e aiutare industria, commercio ed economia".

Anche per l'Unione Nazionale Consumatori si tratta di "dati pessimi". "Il terzo trimestre comincia nel peggiore dei modi. Dopo che il Pil nel secondo trimestre 2023 è calato dello 0,4% sul trimestre precedente, le industrie restano in profondo rosso. Un chiaro campanello d'allarme che avvicina l'Italia al rischio di una recessione tecnica, dalla quale ci salveremo solo grazie alle ferie estive degli italiani che faranno decollare i servizi", ha affermato il presidente Massimiliano Dona. "Il fatto poi che a giugno e maggio ci sia stata una crescita congiunturale è purtroppo irrilevante. Secondo lo studio dell'Unione Nazionale Consumatori, infatti, se si confronta la produzione di oggi con quella che conta, quella di dicembre 2022, ossia prima che iniziasse la caduta, attualmente è ancora inferiore, nei dati destagionalizzati, dell'1,9%, -3,1% per i beni di consumo, addirittura -5,2% per i beni di consumo durevoli".

Confcommercio ha fatto notare che si tratta di un "dato perfettamente in linea con quanto già emerso da altri indicatori mensili: in Italia, come in molti paesi europei, il terzo trimestre comincia all'insegna del rallentamento, se non dell'arretramento, dell'attività economica. Letti singolarmente, i diversi indicatori possono essere valutati senza particolari allarmismi. Per la produzione industriale e l'occupazione, per esempio, il ridimensionamento di luglio interviene dopo mesi favorevoli".

"In particolare – prosegue la nota di Confcommercio - la domanda delle famiglie sembra aver esaurito la spinta al recupero, soprattutto per la componente relativa ai beni, come testimoniano proprio alcune criticità nel dato odierno della produzione industriale. La fiducia delle famiglie, che già mostra segnali di indebolimento, rischia di essere ulteriormente minata dalle tensioni che si sono generate in alcuni mercati delle materie prime energetiche". "L'insieme di questi elementi – conclude Confcommercio - potrebbe prolungare la fase di stagnazione, mettendo a serio rischio il raggiungimento dell'obiettivo di crescita dell'1,0% nel 2023".

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