(Teleborsa) – “Mi devo scusare per aver rinviato” questa conferenza stampa per “due volte per ragioni di salute, mi spiace che questo abbia generato delle polemiche, ma non c’era alcun intendimento di scappare da domande dei giornalisti”: con queste parole la Presidente del Consiglio Meloni dà il via alla più volte rinviata conferenza stampa di fine anno, organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti in collaborazione con l’associazione della Stampa Parlamentare. L’ incontro che si sarebbe dovuto tenere il 21 dicembre, era stato rinviato al 28 dicembre per i problemi di salute della premier e infine fissato per il 4 gennaio.
Meloni ha fatto gli “auguri di buon anno per un anno che sarà molto complesso per tutti: ci sono molte scadenze importanti, le elezioni europee, la presidenza italiana del G7 elezioni”.
La conferenza stampa è stata preceduta dall’intervento del presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli: “Questo governo si è mosso in maniera efficace nel sostegno all’editoria, in particolare nel comparto delle agenzie di stampa; ma occorre fare ancora di più, c’è troppo lavoro povero. Troppi compensi che assomigliano più a un’elemosina che a una retribuzione”.
Conferenza stampa disertata dalla Federazione Nazionale della Stampa in polemica contro la cosiddetta legge bavaglio. Pronta la replica del presidente del Consiglio: “Questa norma è frutto di un emendamento parlamentare, che arriva da un esponente dell’opposizione, non è una iniziativa del governo, anche se il governo l’ha approvata, ma non ci vedo un bavaglio”.
Incalzata sulle risorse necessarie per la Legge di Bilancio 2025, per cui si stima serviranno 30-32 miliardi, Meloni non si sbilancia: “Non sappiamo quale sarà lo sviluppo dell’economia italiana, la crescita è stimata superiore alla media europea. Io non sono per aumentare le tasse ma piuttosto per tagliare la spesa pubblica. Vediamo quale sarà l’evoluzione di quest’anno, abbiamo appena approvato la Manovra 2024. Il mio obiettivo è confermare le misure che abbiamo portato avanti ed eventualmente migliorarle”.
“L”Italia è una nazione in cui molti investirebbero se avessimo maggiori certezze. Penso che queste siano due riforme che servono, la riforma della burocrazia e della giustizia e le considero due delle mie priorità per il prossimo anno”, ha proseguito Meloni. “Su burocrazia e giustizia bisogna avere il coraggio, e io vorrei farlo quest’anno, di metterci le mani, di formare in maniera seria per dare segnale che l’Italia non vuole più essere fanalino di coda degli investimenti esteri”. “Non è facile, in questa nazione, quando si cerca di mettere mano ad alcuni ambiti, le opposizioni si fanno sentire, Ma se non hai l coraggio
Meloni ha anche detto di “confidare che lungo questo anno si possa essere ragionevoli e immaginare una diminuzione dei tassi di interesse, che libererebbe diverse risorse che abbiamo da pagare sul debito pubblico”.
Su una sua possibile candidatura alle Europee: “Non ho ancora deciso se candidarmi alle europee, devo capire se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro dal presidente del consiglio. Perché penso che sia una decisione che va presa insieme agli altri leader della maggioranza”, ha detto il Premier.
Sul no alla ratifica della riforma del Mes Meloni ha detto di essersi rimessa al parlamento, dove non c’era maggioranza. La mancata ratifica, ha dichiarato la premier, non è legato all’altra partita europea, cioè quella del Patto di Stabilità. Aggiungendo che lo stop dell’Italia è “un’occasione per migliorarlo”.
Capitolo migranti – “Le nuove regole sul patto di immigrazione sono migliori del precedente, c’è un meccanismo serio che impegna gli altri Paesi a fare un lavoro di redistribuzione. I nostri hotspot erano pieni e noi abbiamo bloccato la possibilità di prendere persone che avevano passato il confine mentre gli altri paesi avevano bloccato la possibilità di redistribuire, ora per noi c’è un meccanismo di garanzia. Ma quel patto non è la soluzione non risolveremo i problemi dei migranti se pensiamo di gestirli solo quando arrivano. C’è un lavoro da fare a monte e che l’Italia non può fare da sola, tutto il G7 e prevalentemente l’Europa devono pensare all’Africa che è un continente potenzialmente ricchissimo ed una vittima di una destabilizzazione”.
Sul dl Concorrenza – “Ho letto con grande attenzione la lettera di Mattarella, sugli ambulanti l’intervento si è reso necessario per uniformare il trattamento che alcuni che avevano avuto con il rinnovo di 12 anni del 2020 con altri che non ne avevano potuto beneficiare. È ovvio che l’appello del presidente Mattarella non rimarrà inascoltato, valuterò con gli altri partiti di maggioranza e con i ministri”, ha Meloni rispondendo ad una domanda sui rilievi del Quirinale sul ddl concorrenza e in particolare sulle concessioni degli ambulanti e dei balneari.
Nelle privatizzazione “il governo intende muoversi con una “riduzione delle quote in partecipate che non riduce il controllo pubblico, come Poste, oppure con l’entrata di privati con quote minoritarie, come in Ferrovie. Ovviamente sono passaggi complessi e la tempistica non dipende solo da me”. “Abbiamo dato un segnale con Mps – ha aggiunto – con la nostra iniziativa parte delle risorse sono rientrate, abbiamo dato un bel segnale. Lo Stato deve controllare ciò che è strategico ma ciò comporta aprirsi anche al mercato”.
Sul premierato – “La prima cosa che ho detto è che abbiamo scelto di non toccare i poteri del capo dello Stato e lo facciamo. Sappiamo che il capo dello Stato è una figura di garanzia, non vedo in cosa l’elezione del premier significhi togliere poteri al capo dello Stato, per me si crea un buon equilibrio e si rafforza la stabilità del governo”.
Meloni ha anche anticipato che si sta lavorando “già da tempo ad un piano di borse di studio per studenti meritevoli” che “non hanno condizioni di reddito adeguate”. L’auspicio è che sia realizzato in tempi brevi”.
Rimpasto? – “Non auspico, non voglio e non lavoro a un rimpasto dei ministri, sono contenta della mia squadra, del clima che c’è, del lavoro che stiamo facendo, poi tutto si può migliorare”. Poi si vedrà “caso per caso” quando ci saranno le scelte “dei partiti con le candidature” sulle elezioni europee.
Non manca anche il passaggio sull’uscita dalla Via della Seta. “Non c’è stato alcun intento punitivo, è una scelta. Ma si debbono rilanciare sia gli accordi con la Cina e favorire gli investimenti cinesi”, ha detto Meloni spiegando di aver preso la decisione “per coerenza con quello che ho sempre pensato e sulla base dei risultati che sono arrivati con la Via della Seta” riguardo l’andamento del saldo della bilancia commerciale e sul fatto che la Via della Seta “non ha riequilibrato esportazioni ed importazioni, ma semmai ha fatto entrare in Italia molti più prodotti cinesi”. Insomma, la Via della Seta “è stata una scelta economicamente inefficace.
Una conferenza stampa fiume che si è conclusa dopo oltre tre ore nel corso della quale la Premier ha risposto a tutti i quesiti, rivendicando sempre il suo operato: ” non sono una che si spaventa facilmente, preferisco 100 volte andare a casa, hanno a che fare con la persona sbagliata. Ci sono quelli che pensano che possono indirizzare le scelte, ma con me non funziona, io sono il premier e le faccio io, me ne assumo la responsabilità”.
Patto Stabilità, MES, Europee, migranti: Meloni a tutto tondo in conferenza
