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Sace, nei primi 6 mesi 2023 export italiano verso l’Uzbekistan in crescita del 21,7%

Sace, nei primi 6 mesi 2023 export italiano verso l'Uzbekistan in crescita del 21,7%
(Teleborsa) – “L’Uzbekistan ha assunto un ruolo guida nel miglioramento della cooperazione nella regione dell’Asia Centrale, in un contesto in cui cerca equilibrio ed equidistanza con altri player globali”. È la descrizione di SACE nella sua analisi sul Paese pubblicata oggi. “La situazione politica interna è stabile e l’attuale Presidente Shavkat Mirziyoyev sta conducendo un ambizioso piano di riforme che privilegia il miglioramento del business climate, compresa una maggiore protezione dei diritti degli investitori esteri, con l’obiettivo di una transizione verso un’economia di mercato, mentre si amplia il perimetro dei diritti civili”, si legge nel rapporto


Sace ha sottolineato che nel 2020 l’Uzbekistan è stata tra le poche geografie al mondo a espandersi e le stime indicano una crescita del 7,4% per il 2021 e del 5,7% nel 2022 (per un Pil di $80,4 miliardi), mentre le previsioni per il 2023 sono di +5,3%. “L’economia – i cui principali attori economici sono grandi gruppi industriali in larga parte partecipati dallo Stato – è fortemente estrattiva: l’80% della produzione è generata dal settore minerario. Il Paese è il secondo produttore dell’area ex-Urss di oro (8° al mondo) e uranio (5° al mondo) e il terzo per gas naturale e rame. Sono tuttavia in atto diversi tentativi di diversificazione, come dimostra la ricerca sempre maggiore di macchinari, prodotti e partner italiani”.

“Vi sono numerose opportunità e punti di contatto tra Uzbekistan e Italia (sono quasi 428 milioni di euro i beni italiani esportati verso l’Uzbekistan nel 2022, mentre l’import si attesta a 107,5 milioni di euro) – ha infine sottolineato nel rapporto Sace –. A trainare l’export italiano – che nei primi sei mesi dell’anno è cresciuto del 21,7% – è la meccanica strumentale, che rappresenta circa la metà delle nostre vendite nel Paese, in continua forte crescita (+31,8% tra gennaio e giugno del 2023, dopo il +17,5% dello scorso anno); buona la performance della chimica e farmaceutica (+84,6% fino a giugno dopo il +53,8% del 2022) e ottima, ma ancora dai valori contenuti quella di alimentari e bevande (oltre il +100%) e altri consumi (+50,5% e +29,3% rispettivamente)”.