(Teleborsa) – Cambiano le tempistiche per l’applicazione della direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità, prevedendo u adeguamento più morbido per una serie di settori dove l’abbattimento delle emissioni risulta più impegnativo. Il parlamento europeo ha infatti votato la proposta della Commissione europea che dispone una proroga di un paio d’anni all’adeguamento di alcuni settori alla CSRD o “Corporate Sustainability Reporting Directive”, entrata in vigore ad inizio anno, che pone nuovi obblighi di rendicontazione aziendale in tema di sostenibilità.
“Ritarderemo di due anni la scadenza per gli standard specifici di settore ai sensi della direttiva sulla rendicontazione sulla sostenibilità aziendale (CSRD) per dare all’EFRAG il tempo di sviluppare standard di qualità e dare alle aziende il tempo di metterle in pratica”, ha dichiarato il relatore Axel Voss.
I contenuti della Direttiva
La Direttiva in questione , che risale al 2022, cambia radicalmente il panorama della rendicontazione aziendale, sostituendo la precedente NFRD o “Non Financial Reporting Directive – NFRD”. La nuova normativa introduce nuovi standard di rendicontazione della sostenibilità (ESRS) ed estende notevolmente il campo di applicazione, in base alla grandezza dell’azienda, e ricomprendendo in molti casi anche le PMI con una rendicontazione volontaria.
Si stima che la normativa precedente coinvolgesse solo 11mila imprese in Europa e che quella attuale ne comprenda almeno 49mila imprese di cui 7mila in Italia. Le piccole e medie imprese quotate saranno obbligate a partire dal 2027, ma è prevista anche la possibilità di prorogare la rendicontazione di altri due anni9 dietro opportuna giustificazione.
La proposta della Commisisone
I parlamentari europei hanno approvato una proposta della Commissione che proroga di due anni, fino a inizio 2026, l’applicazione delle prescrizioni della direttiva in tema di rendicontazione della sostenibilità per alcuni specifici settori con emissioni hard-to-abate – petrolifero, energetico, minerario – e per imprese extra Ue.
Più nello specifico, i settori abilitati a prorogare i termini, per adeguarsi ai nuovi standard di rendicontazione settoriale (ESRS), sono quelli del petrolio e gas, dell’estrazione mineraria, trasporti stradali, prodotti alimentari, automobili, agricoltura, produzione di energia e tessile. Gli standard europei di rendicontazione sulla sostenibilità settoriali (ESRS) dovrebbero chiarire in quale modo settori particolari producono un impatto sulle persone e sul pianeta, anche sulla decarbonizzazione, sulla biodiversità o sui diritti umani, poiché i metodi e gli impatti differiscono a seconda del settore.
Inoltre, poiché gli obblighi di rendicontazione per le imprese extra-UE con fatturato superiore a 150 milioni di euro e le loro filiali nell’UE con fatturato superiore a 40 milioni di euro inizieranno ad applicarsi solo nel 2028, la Commissione propone anche di ritardare l’adozione degli standard generali di rendicontazione sulla sostenibilità per imprese di paesi terzi fino al 2026.
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Direttiva CSRD, Parlamento UE vota proroga di 2 anni per alcuni settori
