(Teleborsa) - Nel corso del 2022 le operazioni direttamente finalizzate o comunque associate al delisting dei titoli azionari oggetto di offerta (o obbligo d'acquisto) sono state 20 (14 nel 2021). Il delisting si è realizzato in 18 casi, per una capitalizzazione pari nel complesso a circa 28,7 miliardi di euro. Lo si legge nella relazione per l'anno 2022 della CONSOB, pubblicata in occasione della relazione del presidente Paolo Savona.

L'instabilità dei mercati finanziari, derivante principalmente dal conflitto tra Russia e Ucraina, ha indotto circa 20 emittenti a rinunciare o a rinviare il processo di prima ammissione a quotazione, in molti casi già avviato o in fase conclusiva.

Analizzando i 18 delisting, viene sottolineato che hanno privato Piazza Affari di una capitalizzazione pari nel complesso a circa 28,7 miliardi di euro (calcolata al prezzo dell'OPA, di cui circa il 99% riferito ad azioni ordinarie negoziate sull'Euronext Milan). Per raggiungere l'obiettivo del delisting, il corrispettivo offerto è stato incrementato rispetto al valore iniziale in tre casi (sette nel 2021).

Delle 20 operazioni finalizzate al delisting, 17 sono state promosse da soggetti che già detenevano una partecipazione di controllo nelle società oggetto dell'offerta ovvero da soggetti che agivano di concerto con i precedenti azionisti di controllo (cosiddetta OPA da insider), mentre in tre casi si è trattato di procedure di adempimento di un obbligo di acquisto sorto a seguito del superamento della soglia del 90% del capitale sociale.

L'offerta finalizzata al delisting è stata promossa da un soggetto che deteneva una partecipazione inferiore alle soglie indicate nel TUF in due casi (di cui uno riferibile a un offerente che non era azionista dell'emittente target).

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