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Produzione in forte calo a novembre: più probabile recessione 4° trimestre

Produzione in forte calo a novembre: più probabile recessione 4° trimestre
(Teleborsa) – Produzione industriale ancora in calo a novembre. L’indicatore che registrato infatti un’accelerazione al ribasso a -1,5%, peggiore del -0,2% del consensus, portando la media del trimestre a -0,8% e quella degli 11 mesi del 2023 a -2,5%. La variazione tendenziale si attesta a -3,1%, che deriva dal contributo positivo di energia (+1%) e beni strumentali (+0,6%) e dal forte calo registrato su beni di consumo e beni intermedi (-5,7% in entrambi i raggruppamenti).

Lo rileva l’Istat, segnalando che, fra i settori di attività economica, la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati presenta un’ampia crescita tendenziale (+13,1%), seguita dalla fabbricazione di mezzi di trasporto (+2,1%) e dalla fabbricazione di macchinari e attrezzature (+0,8%). Le flessioni maggiori si registrano nell’industria del legno, della carta e della stampa (-12,7%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-9,3%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-8,5%).

Codacons: caro prezzi pesa su consumi

Per il Codacons “il vero allarme riguarda i beni di consumo che scendono su base mensile dell’1,8% e addirittura del 5,7% su anno, raggiungendo picchi del -6,3% per i beni durevoli”. “A pesare sui numeri dell’industria – spiega l’associazione – è il livello elevato dei prezzi in Italia, con i prodotti più acquistati dalle famiglie che nel 2023 hanno registrato una marcata crescita ed effetti negativi diretti sulla spesa e sui consumi, come hanno evidenziato i recenti dati Istat sulle vendite al dettaglio.

Confcommercio: fase complessa che testimonia fragilità

Confcommercio sottolinea che il calo della produzione “è un segnale della complessità della fase che stiamo attraversando” ed “evoca, ancora una volta, come l’obiettivo di una crescita superiore all’1% nel 2024 non sarà facile da raggiungere“. “La flessione della produzione – prosegue – è un fenomeno sostanzialmente diffuso con preoccupanti dati negativi per la produzione dei beni di consumo, a conferma del permanere di elementi di fragilità della domanda delle famiglie, confermata dai recenti dati sul turismo di novembre che, se da un lato testimoniano la formidabile attrattività del nostro Paese, col turismo straniero sopra i livelli del 2019, dall’altro cristallizzano segni di regresso della domanda interna”.

Intesa: dato getta ombre su crescita PIL

Per Paolo Mameli, Economista di Intesa Sanpaolo, il dato “ha sorpreso ampiamente al ribasso a novembre”. “L’industria è tornata a frenare il PIL a fine 2023 – sottolinea l’analista – il che segnala rischi al ribasso sulla nostra stima di una stagnazione dell’attività economica nel 4° trimestre dello scorso anno. Più in generale, i rischi sulla nostra previsione di un PIL italiano in crescita di 0,7% nel 2024 appaiono oggi orientati al ribasso”.