“Dal punto di vista della crescita del fatturato ha contribuito in maniera importante il Nord America; gli Stati Uniti e il Canada hanno registrato una crescita importante in tutti i settori in cui siamo presenti in quell’area geografica”, ha aggiunto.
Il piano di razionalizzazione dei costi “non è finito, nel senso che anche nel 2026 porteremo avanti questa revisione dei costi industriali in modo particolare – ha raccontato de’ Stefani – Questo perché fino al 2024 eravamo proiettati per una crescita molto importante del fatturato, poi le condizioni sono cambiate e a quel punto abbiamo dovuto adeguare il footprint industriale e in generale gli overheads in quella che era la nuova prospettiva di breve termine dell’azienda, quindi anche nel 2026 faremo un’attività di revisione della base costi”.
“Nel fine 2024 e inizio 2025 abbiamo chiuso lo stabilimento in Olanda e questo ha portato un importante beneficio nei conti dei nove mesi e nell’anno 2025, nel 2026 continueremo anche se sicuramente il grosso degli sforzi è stato fatto quest’anno“, ha evidenziato il CEO.
“Il nostro obiettivo è quello di essere meno dipendenti dal mercato delle caldaie residenziali, ad oggi pesano per il 38% del fatturato – ha spiegato – Questo perché è un mercato soggetto ad andamenti abbastanza repentini in salita e anche in discesa, dipende ancora molto dall’instabilità e dall’incertezza normativa che c’è su questo mercato, per cui il consumatore non capendo bene come comportarsi – e in particolare le normative a livello europeo e a livello italiano – attende. Questo ci ha penalizzato nel 2024 in modo particolare. Questa chiarezza normativa che sta arrivando – finalmente si sta mettendo ordine e chiarezza su quelle che sono le normative europee e il piano italiano per il riscaldamento residenziale – dovrebbe contribuire a dare più serenità nelle scelte dei consumatori finali”.
(Foto: Giovanni Ricciardi)
