(Teleborsa) – “Questa è la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia perchè se facciamo un passo indietro e guardiamo agli ultimi 20 anni abbiamo avuto 12 presidenti del Consiglio”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni durante la conferenza stampa a palazzo Chigi dopo l’ok alla riforma costituzionale del premierato in Consiglio dei ministri. Sottolineando che “il testo raccoglie i suggerimenti raccolti durante il confronto sia con la maggioranza sia con l’opposizione, sia con la società civile, auspico un provvedimento che possa incontrare il più ampio consenso e che non vogliamo imporre” Meloni ha assicurato che “non verrà toccato il ruolo del Presidente della Repubblica”, figura di “assoluta garanzia”. Verrà, invece, abolita la figura dei senatori a vita.
E’ una “riforma costituzionale che introduce l’elezione diretta del presidente del consiglio e garantisce due obiettivi che dall’inizio ci siamo impegnati a realizzare: il diritto cittadini a decidere da chi farsi governare, mettendo fine a ribaltoni, giochi di palazzo e governi tecnici” o “passati sulla testa dei cittadini”, spiega Meloni durante la conferenza stampa sottolineando che l’altro obiettivo è “garantire che governi chi è stato scelto dal popolo” con “stabilità”.
“Quando i governi vanno a casa dopo un anno e mezzo c’è una debolezza. Io credo che sia una riforma fondamentale”, ribadisce Meloni, ” E’ una priorità e proprio perché siamo stabili e forti abbiamo la responsabilità di cogliere questa occasione e per lasciare a questa nazione qualcosa che possa risolvere i propri problemi strutturali”.
“Quello che non funziona nel sistema è l’orizzonte di legislatura” che è troppo breve: così “si privilegia la spesa corrente invece che gli investimenti”. Inoltre “l’assenza di stabilità ha creato un problema di credibilità internazionale, nelle nostre interlocuzioni”, ha evidenziato Meloni.
Il governo ha anche delineato le regole del nuovo concordato preventivo biennale previsto nella bozza del decreto legislativo di attuazione della delega fiscale. Il patto tra Fisco e contribuenti permette a questi ultimi di accordarsi preventivamente con l’Agenzia delle entrate sulle tasse relative ai loro redditi che pagheranno nei due anni successivi, e che in questi 24 mesi saranno sempre le stesse, indipendentemente dal reale fatturato.
C’è “un ulteriore importante provvedimento, un decreto legislativo sulla disciplina dell’accertamento fiscale favorendo la partecipazione del contribuente per un fisco più collaborativo con il contribuente senza abbassare la guardia sulla lotta all’evasione fiscale”, spiega Meloni per la quale il concordato “è un segno di fiducia dello stato verso i contribuenti. Un accordo che si fa a monte con lo Stato. Noi interveniamo per contrastare l’evasione con strumenti informatiche digitali ovviamente tutelando la privacy”.
Semaforo verde in CdM anche ad un nuovo partenariato tra Italia e Stati del Continente africano”: l’obiettivo messo nero su bianco nel testo del Piano Mattei, un decreto legge in sette articoli. Il Piano – di durata quadriennale – può essere aggiornato anche prima della scadenza: tra i suoi obiettivi, coordinare iniziative pubbliche e private rivolte a Stati del Continente africano.
Ok premierato, concordato per autonomi, Piano Mattei per l’Africa: cosa ha deciso il CdM
