Da ricettacolo di ogni tipo di materiale a luogo di condivisione: ecco cosa hanno realizzato alcuni abitanti nel borgo agrigentino.
Nel centro storico di Favara, largamente conosciuta grazie alla rivoluzione innescata dal Farm Cultural Park, sono sorti numerosi spazi d’incontro, giardini, spazi per la socialità da riempire di arte e colori e dove condividere il tempo, riscoprire le caratteristiche e le peculiarità del territorio attraverso il cibo, il riuso, il recupero e le storie.
Il cortile Antinoro
In uno dei sette cortili, il cortile Antinoro, il tempo sembra si sia fermato; un cortile dove fino agli anni 2000 alcuni abitanti ormai anziani ancora vivevano li, ma poi con il tempo si è perduto, è diventato ricettacolo di rifiuti, veniva utilizzato da molti come orinatoio, fino a quando Ivana Maria, una signora nata e cresciuta proprio li, ha deciso di ridare spirito a quel posto, dove le case sono vuote, le porte chiuse ma hanno un’anima perché chiunque entra in quel posto sente tanta energia positiva.
La missione della signora Ivana
“Ho avuto la fortuna di crescere in un contesto dove a sua volta hanno vissuto i miei nonni, i miei genitori,, io da sposata e i miei figli. Un ambiente più unico che raro. Le sere d’estate tutti si sedevano fuori davanti le porte a prendere fresco e a chiacchierare si condivideva tutto miseria, dolore, gioia principalmente rispetto. Tutto ciò mi ha portato negli anni a non dimenticare l’amore che mi avevano trasferito e che ancora oggi io sento nonostante nessuno di loro è più in vita”, ci racconta Ivana Maria che, da infermiera, ha deciso di chiamare i suoi ex compagni di scuola e mettere su un’associazione di artigiani, e iniziare a lavorare per quel quartiere, Tutto quello che dovrebbe essere rifiuto la signora Ivana lo trasforma, ed ecco che water, scarponcini da pioggia, bottiglie di detersivi diventano preziose fioriere. Ma non solo tanti gli oggetti dei nostri nonni, appesi ai muri, e poi le coffe da lei stesse realizzate, oggetti del nostro tempo rivisitati e sempre con quel tocco di sicilianità.
Dai volontari un atto di amore
“Il mio cortile, è un posto magico, che rendo vivo tutti i giorni portando un oggetto e mettendo una pianta dei fiori sui balconi e stendendo dei vecchi panni perché quando la gente entra e mi chiede chi vive in quel balcone, chi ha steso quei panni, chi innaffia le piante, io rispondo con un sorriso sulle labbra e il cuore che mi scoppia di ricordi …a zia Filicia Binnardu a zia Tana di Momma,u zi Nardu u zi peppi cunigliaru (cacciatore), a zia ntonia, Michilizzu, Giurlannu,a zia Luzza Giurgintana,mia mamma mio papà. E alla fine ridendo dico sono io a fare tutto ciò ma io sono tutti loro che continuano a vivere dentro di me e tramite me finché vita avrò continuerò a farlo con l’allegria e l’entusiasmo di tutte queste persone hanno vissuto il cortile”, conclude il suo racconto emozionata Ivana Maria.
Irene Milisenda