La Legge di Bilancio 2026 introduce per tutti gli esercenti un nuovo adempimento: dal 1° gennaio 2026 sarà necessario associare il proprio registratore di cassa telematico ai sistemi di pagamento elettronici utilizzati nel negozio. Una scadenza che molti operatori commerciali guardano con preoccupazione, soprattutto a causa delle incertezze che circolano da mesi.
A sollevare più dubbi sono in particolare tabaccai, edicole e gestori di servizi soggetti ad aggio, che non sono obbligati a rilasciare lo scontrino fiscale e temono di trovarsi in difficoltà con le nuove regole.
Come funziona il collegamento cassa–POS secondo l’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il collegamento richiesto non è materiale, ma puramente digitale. Attraverso l’area riservata del sito istituzionale, ogni commerciante dovrà:
- accedere al proprio profilo;
- individuare il registratore di cassa già censito;
- associare ad esso i dati dei POS di cui è titolare.
L’obiettivo è permettere all’Agenzia di verificare in tempo reale la corrispondenza tra i pagamenti elettronici ricevuti e gli incassi comunicati tramite il registratore di cassa. In pratica, se un cliente paga con carta, la vendita dovrà risultare fiscalmente registrata.
Secondo l’Agenzia, questa procedura non comporta costi né aggiornamenti hardware, poiché nessun dispositivo deve essere modificato o sostituito.
Il problema delle attività che non rilasciano scontrino
Resta però un punto critico: come si comporteranno gli esercenti che, per legge, non emettono scontrino, perché vendono beni soggetti a monopolio o offrono servizi con aggio? Parliamo di: tabaccai, edicole, sale scommesse e sale gioco, rivenditori di valori bollati.
Queste attività documentano gli incassi tramite le certificazioni dei Monopoli o dei gestori dei servizi. Tuttavia, tali documenti non corrispondono automaticamente ai flussi dei pagamenti elettronici. Questo potrebbe generare agli occhi dell’Agenzia delle Entrate un’apparente discrepanza: un incasso tramite POS senza un documento fiscale collegato. In mancanza di una giustificazione chiara, l’esercente rischia sanzioni.
Le sanzioni previste
Le multe sono tutt’altro che trascurabili:
- fino a 100 euro per trasmissione parziale o incompleta dei dati;
- da 1.000 a 4.000 euro per mancata associazione tra POS e cassa;
- nelle situazioni più gravi o ripetute: sospensione della licenza.
È comprensibile, quindi, che molti commercianti temano automatismi nei controlli. Un esempio emblematico è quello del tabaccaio: se incassa 10 euro per due pacchetti di sigarette, non emette scontrino. Il sistema, però, registrerà un pagamento elettronico non collegato ad alcun corrispettivo, facendo scattare un alert.
Controlli e verifiche dell’Agenzia
L’Agenzia delle Entrate già da tempo invia ai contribuenti lettere di compliance quando nota squilibri tra i pagamenti con carta e i documenti fiscali trasmessi. Le categorie considerate più esposte a comportamenti evasivi sono controllate con particolare attenzione.
Sebbene l’Agenzia affermi di conoscere bene le peculiarità dei settori soggetti a monopolio, sarà necessario attendere la piena operatività del sistema per capire come verranno gestiti concretamente i casi anomali.
Tempistiche operative
Sebbene l’obbligo scatti dal 1° gennaio 2026, la procedura potrà essere eseguita solo quando le nuove funzionalità saranno disponibili. Al momento si prevede che:
- le prime associazioni POS–cassa saranno attivabili da marzo 2026;
- per i POS già utilizzati tra il 1° e il 31 gennaio 2026, scatterà un periodo di 45 giorni dalla messa online del servizio;
- a regime, la registrazione del POS dovrà essere fatta entro il sesto giorno del secondo mese successivo all’utilizzo dello strumento.
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