Home » Dalla parte di chi fa crescere i Popoli

Dalla parte di chi fa crescere i Popoli

Dalla parte di chi fa crescere i Popoli
Xi Jinping e Donald Trump

Democrazia essenziale, ma…

La Democrazia è il governo del Popolo. Su questo non ci piove. La questione è a monte e cioè se il Popolo riesce a esprimere il potere attribuitogli; per contro, se il potere istituzionale è conseguente alla volontà del Popolo.
Vi sono due fattori inquinanti sulla materia. Il primo riguarda il Popolo e la sua capacità di capire i problemi delle istituzioni e quindi di intervenire, ciascun cittadino con la propria testa e non con la testa degli altri.
Il secondo riguarda la speculazione di chi gestisce il potere, che conta sull’ignoranza dei cittadini per poter tirare il lenzuolo dal proprio lato.

Quando questi due fattori aumentano fortemente di volume, la Democrazia si ammala di una questione fondamentale e cioè: non è più potere del Popolo, ma potere delle lobbies, anche non in ambito economico, e di altri nuclei che riescono a imporre la propria volontà e i propri interessi su quelli generali.
In fondo la questione è tutta qui: le istituzioni agiscono nell’interesse dei cittadini che le hanno indicate oppure nell’interesse dei gruppi che, pur nascosti, agiscono per il proprio interesse?

A fronte della Democrazia vi è l’Autocrazia, cioè quel regime in cui qualcuno si autoproclama presidente, o usa un’altra denominazione, e in nome del Popolo che non ha interpellato, lo governa. È il caso della Cina o della Russia (ma non solo), ove comanda una persona in quanto tutto il suo entourage è da essa nominato.
Mentre la Russia persegue finalità espansionistiche e ha quindi invaso l’Ucraina, la Cina non utilizza le armi per espandersi nel mondo ma l’economia, perciò ha messo in atto riforme strutturali che stanno trasformando una società agricola in una società industriale e dei servizi tecnologici avanzati.
Mentre il Pil della Russia di fatto cresce poco, meno del due per cento (comunque superiore a quello dell’Unione europea, che cresce dell’uno per cento), il Pil della Cina aumenta a un ritmo del cinque o sei per cento all’anno, rincorrendo quello degli Stati Uniti. Economisti ed economiste prevedono che nel 2030 avverrà l’inesorabile sorpasso del Pil cinese su quello statunitense.

Trump, che dai suoi consiglieri economici è stato avvisato di questo possibile sorpasso fra circa quattro anni, si agita come un ossesso per tentare di far crescere l’economia del suo Paese, in modo da evitarlo. Ma l’economia degli Usa cresce meno del tre per cento e quindi se i ritmi di sviluppo dei due Paesi si manterranno come sono in questi anni, non vi è dubbio che la previsione prima scritta sarà inevitabile.

Questo scenario, che mette a confronto la più antica democrazia del mondo con l’antica dittatura cinese, fa sorgere il dilemma se ancora oggi sia meglio una Democrazia che funziona in modo altalenante o un’Autocrazia che funziona in modo efficace da un punto di vista dello sviluppo.
Non c’è dubbio che tutte le persone di buonsenso debbano optare per una Democrazia, anche se ammalata. Tuttavia, non si può negare che il miglioramento più rapido del benessere economico e sociale (ma non di libertà fondamentali) di una popolazione che vive in un’Autocrazia, costituisca un dato di profonda riflessione.

Tale riflessione dovrebbe portare a progetti di medio e lungo periodo, che dovrebbero tradursi in cure robuste per guarire le Democrazie che non funzionano.
Le istituzioni che governano tali Democrazie ammalate avrebbero il dovere di progettare ristrutturazioni dell’organizzazione dello Stato e innovazioni per rendere efficiente tutta la macchina pubblica. Non solo, soprattutto servirebbero riforme strutturali per bandire gli appetiti delle lobbies e dei gruppi di pressione che cercano di utilizzare il settore pubblico a proprio vantaggio.

Ma per mettere la sordina agli affamati rappresentanti delle lobbies e fare prevalere l’interesse generale sugli interessi di parte, occorrono statisti di grande moralità, capaci di rinunziare a una loro eventuale conferma pur di realizzare progetti che servano il Popolo e non interessi di parte.
Gente di questo tipo, però, ce n’è poca e non sempre assume responsabilità primarie, proprio perché?gli interessi particolari non vogliono che sia disturbato il manovratore.