Il monitoraggio sui Livelli essenziali di assistenza premia ancora una volta il Nord, bocciando il Meridione
ROMA – C’è un Italia che si contende il primato per i migliori servizi offerti all’interno dell’ambito sanitario. E poi ce n’è un’altra che sembra quasi essersi accontentata di rimanere agli ultimi posti della classifica nazionale. La prima è l’Italia del Nord, dove i Livelli essenziali di assistenza (Lea), secondo il monitoraggio diffuso nei giorni scorsi dal ministero della Salute, hanno raggiunto i risultati più convincenti; la seconda è rappresentata dal Mezzogiorno, dove ci sono Regioni come la Sicilia e la Calabria che non hanno raggiunto il livello di sufficienza in ben due indicatori su tre.
Un Paese spaccato a metà
Ancora una volta, dunque, ci troviamo di fronte a un Paese spaccato a metà, che inevitabilmente mette a confronto cittadini di serie A, quelli che hanno i servizi migliori, e altri di serie B, che devono conseguentemente accontentarsi delle briciole.
A fare un punto sul sistema sanitario italiano, come già accennato, è stato il Dipartimento della Programmazione, dei Dispositivi medici, del Farmaco e delle Politiche in favore del Servizio sanitario nazionale, che ha diffuso il “Monitoraggio dei Lea attraverso gli indicatori Core del nuovo Sistema di garanzia”, riferito all’anno 2023. All’interno dello studio si spiega come esso si articoli “in 88 indicatori relativi ai tre macro-livelli (o macro-aree) di assistenza (prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza…