“Preoccupano i dati SVIMEZ emersi nelle anticipazioni del Rapporto 2022 sull’economia e la società del Mezzogiorno. La pandemia, l’impatto della guerra in Ucraina, i rischi di instabilità politica si sommano alle storiche fragilità strutturali delle regioni meridionali acuendo ulteriormente il divario fra Nord e Sud. Secondo le stime, infatti, nel 2023, il Pil dovrebbe segnare un incremento dell’1,7% nelle regioni centrosettentrionali, e dello 0,9% in quelle del Sud. Nel 2024 il gap a sfavore del Sud sarebbe di circa 6 decimi di punto: +1,9% al nord contro il +1,3% del Sud. Un quadro allarmante che fotografa un Paese a due velocità. Nel 2022, inoltre, l’incremento dell’inflazione potrebbe colpire in maniera più marcata il Mezzogiorno, con +8,4% contro il +7,8% del Centro-Nord, minacciando i consumi delle famiglie. Per quanto riguarda il lavoro, il recupero dell’occupazione nel 2021 al Sud è però interamente dovuto ad una crescita dell’occupazione precaria. E’ fondamentale, pertanto, investire sulle politiche attive del lavoro e sugli investimenti infrastrutturali impiegando le risorse stanziate dal Pnrr per rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno e rafforzare la coesione nazionale”.
Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito ai dati SVIMEZ.