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Dazi Usa, l’Europa si spacca: sospensione di sei mesi ma resta l’incertezza

Dazi Usa, l’Europa si spacca: sospensione di sei mesi ma resta l’incertezza
Accordo Dazi Usa-Ue

Il timore crescente è che gli Stati membri, delusi dalle garanzie della Commissione, inizino a muoversi in ordine sparso.

A poche ore dall’ordine esecutivo firmato da Donald Trump, che introduce dazi al 15%, l’Europa inizia a misurare l’impatto reale sulle sue economie. E se da una parte c’è chi difende l’intesa siglata da Ursula von der Leyen, dall’altra non mancano le divisioni tra le capitali dell’Ue. L’attesa ora è tutta per la dichiarazione congiunta tra Bruxelles e Washington, che però non ha ancora una data certa.

Pausa estiva e manovre in corso

Nel frattempo, mentre la Commissione lavora a ranghi ridotti, lunedì il Comitato barriere doganali sarà chiamato a formalizzare la sospensione del pacchetto di controdazi da 93 miliardi. Entro due settimane, la decisione dovrà essere ratificata dai 27 Stati membri in procedura scritta. La Commissione dovrebbe optare per una sospensione di sei mesi, non per un’archiviazione definitiva. Una linea che molti considerano già troppo accomodante verso gli Stati Uniti.

Auto, farmaci e chip: settori nel limbo

L’incertezza colpisce in pieno settori strategici come quello farmaceutico, dell’auto e dei microchip. I dazi del 15% potrebbero infatti avere conseguenze rilevanti. In gioco ci sono anche i 21 miliardi di dazi europei predisposti in risposta alle tariffe statunitensi su acciaio e alluminio, che l’ordine esecutivo non ha cancellato.

In arrivo negoziati serrati

La fase più delicata riguarda ora le esenzioni per i prodotti strategici. Il negoziato dovrebbe concludersi entro il 7 agosto, giorno in cui i nuovi dazi entreranno in vigore. Dalle auto ai dispositivi medici, dai liquori ai beni alimentari: molte imprese europee sperano in deroghe o sconti. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha lanciato l’allarme: “Dovremo difendere con le unghie e con i denti i prodotti italiani”.

Stime e rischi per l’Italia

Secondo una stima della Cgia, l’impatto dei dazi potrebbe costare all’Italia tra i 14 e i 15 miliardi di euro all’anno, una cifra paragonabile al costo del ponte sullo Stretto di Messina. Intanto lunedì il ministro delle Finanze tedesco Lars Klingbeil volerà a Washington per discutere del dossier con il segretario al Tesoro statunitense.

Rischio frammentazione e autunno caldo per Bruxelles

Il timore crescente è che gli Stati membri, delusi dalle garanzie della Commissione, inizino a muoversi in ordine sparso. A complicare il quadro, ci sono anche gli oltre 1.300 miliardi di euro promessi a Trump dall’Ue, di cui 750 miliardi nel solo settore energetico. In particolare, l’orientamento verso il Gnl statunitense non convince molte capitali europee.

A settembre si aprirà anche il tema dei ristori economici. La premier italiana Giorgia Meloni ha già sollevato la questione, ma a Bruxelles le resistenze non mancano. Toccherà alla presidente von der Leyen tentare di ricucire lo strappo. Ma per molti, il suo autunno politico sarà più che mai infuocato.