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Dazi vino, Romani (Argea): evitata guerra ma siamo molto preoccupati

Dazi vino, Romani (Argea): evitata guerra ma siamo molto preoccupati

“Ora più che mai servono lucidità, collaborazione e azione”

Milano, 29 lug. (askanews) – “L’intesa raggiunta in Scozia tra Donald Trump e Ursula von der Leyen ha evitato lo scenario peggiore di una guerra commerciale su vasta scala tra Stati Uniti e Unione Europea. Ma, per il settore vitivinicolo italiano, le condizioni definite restano motivo di seria preoccupazione” a dirlo è Massimo Romani, Ceo di Argea, uno dei principali gruppi vinicoli privati in Italia, ricordando che “nel 2024, le esportazioni di vino italiano verso gli Stati Uniti hanno superato 1,8 miliardi di euro, confermandosi come il primo mercato extraeuropeo per il nostro export”.

“È proprio per questo che i dazi confermati colpiscono un comparto già messo alla prova da costi in aumento e instabilità globale. Secondo Unione Italiana Vini, le imprese italiane rischiano un danno da 317 milioni di euro in un solo anno. Numeri che rendono evidente quanto il settore del vino sia uno dei più penalizzati da questo scenario” ha proseguito Romani, spiegando che “in questo contesto, è necessario che tutta la filiera si riorganizzi in modo coeso, affrontando un riassetto strutturale in cui ogni attore, dalla produzione alla distribuzione, sia parte attiva nell’affrontare la situazione. Nessuno può restare ai margini: solo attraverso un’equa condivisione delle responsabilità sarà possibile garantire competitività e sostenibilità economica nel lungo periodo”.

“Alle istituzioni, chiediamo di continuare a sostenere con forza il vino e l’agroalimentare italiano nei tavoli internazionali, affinché i prodotti della terra, già gravati da un “dazio naturale” dovuto al cambiamento climatico e agli eventi atmosferici estremi, possano almeno beneficiare di una protezione commerciale adeguata” ha continuato il Ceo di Argea, evidenziando che “qualora i dazi dovessero invece essere confermati nel lungo periodo, è fondamentale prevedere misure di sostegno specifiche per il comparto agroalimentare: strumenti agili ed efficaci, capaci di compensare almeno in parte il danno competitivo e tutelare la tenuta economica delle aziende”.

“In gioco – ha concluso il manager – non c’è solo la redditività di un settore strategico, ma anche la capacità di garantire occupazione, presidio del territorio e continuità produttiva in uno scenario globale sempre più instabile. Ora più che mai servono lucidità, collaborazione e azione”.