Il Governo Musumeci vorrebbe conseguire il risultato prima delle ferie estive, ma a Sala d’Ercole gli emendamenti delle opposizioni hanno consentito di approvare solo una manciata di articoli. Il nodo dei condoni e del consumo di suolo. Oggi si prosegue
PALERMO – Una seduta d’Aula tormentata quella di ieri pomeriggio a Palazzo dei Normanni che si è trovata ad affrontare l’articolato del disegno di legge sul Governo del Territorio.
In pratica si tratta di una riforma della legge urbanistica, documento esitato all’unanimità dalla commissione Ambiente e Territorio dell’Ars lo scorso 20 giugno. Una materia articolata, così come il disegno di legge, che consta di circa 50 articoli.
Una riforma fortemente voluta dal presidente della commissione di merito, Giusy Savarino che ha cercato di contrastare l’opposizione presente in commissione, in particolare Anthony Barbagallo peraltro poi favorevole all’approvazione alla fine. Ma, in una nota nei primi giorni di luglio, Savarino aveva lanciato l’allarme sulla volontà di affossare questa riforma: “Ovviamente tutto è migliorabile e lo faremo insieme – aveva dichiarato – ma apprendo dagli Uffici (dell’Ars, ndr) che circa il 90% degli emendamenti presentati al Ddl Urbanistica, sono soppressivi a firma Pd e Italia Viva. Resto basita, pertanto, delle dichiarazioni dell’onorevole Barbagallo al quale mi limito a domandare: perché non vuole dotare la Sicilia di uno strumento urbanistico moderno e che possa riattivare il settore edile? Perché affossare in Aula, un Ddl votato all’unanimità dalla Commissione di cui è componente e che è frutto della collaborazione attiva di ordini professionali e università? Il Pd non si fida del parere espresso in Commissione dal suo deputato? E quindi il suo voto in Commissione vale solo uno e non è considerabile sintesi del suo partito, pur essendo l’onorevole Barbagallo segreterio regionale del Pd? O forse il fatto che sia il governo Musumeci e non il governo Crocetta, di cui era componente, a varare questo traguardo, brucia personalmente al punto da voler recare danno a tutti i siciliani pur di proteggere la propria vanagloria?”.
Secondo le opposizioni, invece, la Sicilia non può permettersi “una riforma raffazzonata che chiude un’occhio sugli abusi edilizi e sul consumo del suolo“.
L’Aula, nonostante il ddl fosse all’ordine del giorno, è stata distratta dalla discussione della sfiducia al Governatore, e solo ieri, dopo aver esaurito la discussione generale nelle precedenti sedute, si è potuto finalmente cominciare ad esaminare i primi articoli.
L’opposizione del Pd si è fatta pesante fin da subito, al punto che il capogruppo del Partito democratico, Giuseppe Lupo, ha chiesto la sospensione dell’Aula e la convocazione della riunione dei Capigruppo per stabilire se fosse il caso di esaminare questo disegno di legge. Lupo ha detto che sarebbe più urgente avere in Aula il vicepresidente della Regione Armao per riferire sui fondi Poc.
“Il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano – ha detto Lupo – non ha ricevuto alcunché dal governo Musumeci in merito. Per questo è necessario conoscere a che punto è la negoziazione con lo Stato per la rimodulazione dei fondi Poc, fatto che aiuterebbe gli imprenditori in crisi economica anche a causa del Covid 19”.
Nella seduta di ieri, l’Aula ha approvato in apertura di seduta il consuntivo interno dell’Ars 2019, dopo la relazione del presidente del collegio dei deputati Questori, Giorgio Assenza.
Dopo una breve sospensione, poi, è cominciata la maratona per approvare la riforma urbanistica. Una strada tutta in salita per la maggioranza, a colpi di emendamenti da parte di Pd e Movimento Cinquestelle che hanno di fatto rallentato i lavori nonostante gli sforzi in Aula dell’assessore regionale al ramo Totò Cordaro.
Le ferie estive sono alle porte e sarà una corsa contro il tempo per non fallire sulla riforma. L’Aula è arrivata ad approvare appena 5 articoli, poi rinvio della seduta ad oggi.