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Ddl Zan torna in Senato ma il Partito Gay non ci sta: “Legge sfregiata”

Il Partito democratico ci riprova in Senato con il ddl Zan, contro i reati di omotransfobia e discriminazione.

“Una battaglia mai abbandonata”, sono le parole del leader dem Enrico Letta che ha ripresenta lo stesso testo, approvato dalla Camera, ma affossato palazzo Madama esattamente sei mesi fa.

Il Partito Gay non ci sta, ddl “sfregiato”

“Ieri al Senato è stato ripresentato il disegno di legge contro l’omotransbifobia da Monica Cirinnà ed Alessandro Zan, lo stesso testo già bocciato al Senato e che aveva già visto da parte di Zan tre modifiche che hanno sfregiato la legge, ora si dicono aperti a nuove modifiche, dobbiamo temere altri ribassi?” E’ quanto dichiara Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay per i Diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista e Liberale.

“Ricordiamo che nel precedente testo – continua – hanno tolto il reato di propaganda, che vietava ad esempio le manifestazioni di odio sui social contro le persone Lgbt+, aggiunto l’art. 4 che consente di chiamare malati ed inferiori le persone Lgbt+ al fine di tutelare le culture discriminatorie, mentre la modifica all’art. 7 metteva una pietra tombale alla formazione contro le discriminazioni verso Lgbt+ nelle scuole, cos’altro dobbiamo aspettarci?”

“Inoltre, è stato dichiarato che il Pd aderirà tutti i Pride, ma aderire al Pride significa essere anche favorevoli al matrimonio Lgbt+, riconoscere i figli delle coppie omosessuali, diritti alle persone trans. Purtroppo abbiamo visto che i sindaci del Pd hanno smesso di fare i riconoscimenti dei figli delle famiglie arcobaleno e di matrimonio Lgbt+ non c’è traccia nei loro programmi”, conclude.

Cosa è il Ddl Zan

Il disegno di legge Zan, che prende il nome dal suo creatore, il deputato del PD Alessandro Zan, prevede l’inasprimento delle pene contro i crimini e le discriminazioni contro omosessuali, transessuali, donne e disabili. 

Nel disegno di legge, approvato alla Camera nel novembre 2020, i reati collegati all’omofobia verrebbero equiparati a quelli sanciti dall’articolo 604 bis del codice penale che contrasta il razzismo e l’odio su base religiosa, punendo con la reclusione fino a quattro anni le discriminazioni basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.

Il disegno di legge istituisce anche una giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, per promuovere una più diffusa “cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”.

A Palermo lo Sportello Protego

Intanto è iniziata il 27 aprile scorso la formazione per volontariɜ che affiancheranno gli operatori e le operatrici allo sportello di Protego, il centro contro le discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere, di Palermo.

Protego è un progetto finanziato dall’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento Pari Opportunità, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e realizzato da Arcigay Palermo in ATS con il comune di Palermo e il comune di Trapani.