Ddl Zan, parla un attivista di Arcigay Palermo - QdS

Ddl Zan, parla un attivista di Arcigay Palermo

Ddl Zan, parla un attivista di Arcigay Palermo

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domenica 16 Maggio 2021

DDL ZAN: il parere e proposte di miglioramento dell'attivista dell’Associazione Arcigay di Palermo, Giulio Muscaglione

Il 17 Maggio ricorre, come ogni anno dal 2004, la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia: un giorno emblematico per ricordare la difesa dei diritti delle persone LGBT calpestati da discriminazioni e abusi. E di difesa di tali diritti, in quanto dovere civico da parte dello Stato è ultimamente piena la cronaca, sulla scia del disegno di legge Zan, dal nome del deputato del Pd che l’ha presentato, Alessandro Zan.

Il ddl, approvato nel Novembre 2020 alla Camera, e attualmente calendarizzato a Palazzo Madama, continua a fare discutere per la sua disapprovazione da parte della Lega e del suo senatore Andrea Ostellari, ironia della sorte, presidente proprio della commissione Giustizia che dovrà decidere circa la sua approvazione.

Si tratta di un ddl a carattere sanzionatorio e preventivo, che prevede aggravanti specifiche per i crimini d’odio e di discriminazione contro omosessuali, transessuali, donne e disabili, nonché momenti di informazione e formazione educativa sui concetti di genere, identità di genere e orientamento omosessuale nelle scuole, con attività mirate a promuovere, il più precocemente possibile, la cultura del rispetto e dell’inclusione.

Novità senza dubbio caratteristiche di uno stato di diritto a protezione delle vittime di discriminazione sociale, per cui il ddl Zan prevede l’ampliamento di specifici Centri di antidiscriminazione finalizzati al sostegno delle vittime stesse.

Nell’attesa della decisione finale, le Associazioni di persone omosessuali e le loro famiglie si sono mobilitate, in direzione della difesa dei diritti di non aggressione del popolo LGBT da parte di una cultura eterosessuale discriminante e omofoba.

Con lo scopo di ascoltare la Voce di tali diritti, abbiamo intervistato un attivista dell’Associazione Arcigay di Palermo, Giulio Muscaglione, cogliendo il suo parere sul ddl e eventuali sue proposte di miglioramento.

Signor Muscaglione, può indicarci gli
aspetti che ritiene innovativi di tale ddl e se dovrebbe essere difeso da
eventuali accuse infondate?

“Innanzitutto ritengo che la legge sia necessaria perché darebbe una maggiore garanzia a tutti coloro che, per paura, vergogna, timore del giudizio sociale, e senza la certezza di una pena per il reato specifico di omofobia e transfobia, rinunciano a denunciare il danno subìto – apre Muscaglione – Ricordiamoci che l’Italia è uno dei pochi paesi dell’Unione Europea a non avere alcuna legge che tuteli le persone LGBT dai crimini di odio e di violenza, nonostante il Parlamento Europeo abbia invitato la nostra Nazione a legiferare in tal senso.

Riguardo alle accuse avanzate contro il ddl, questa legge è stata accusata di essere liberticida, il che non ha fondamento perché punisce solo i crimini di odio e di violenza e non le opinioni che liberamente si possono esprimere nel rispetto delle persone e della loro identità, dignità e personalità.

Il ddl Zan infatti prevede esplicitamente che il reato di propaganda di idee non verrà esteso all’orientamento sessuale, identità di genere e misoginia. Confermo, quindi, pertanto che la libertà di parola ed espressione è ulteriormente garantita, anche se già presente all’articolo 21 della Costituzione”.

A suo avviso esistono spiragli di
miglioramento di questo ddl e in cosa consistono?

“Certamente,
ritengo che il ddl si potrebbe migliorare dal punto di vista educativo rendendo
obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla sessualità e
all’affettività che permetterebbe di educare al rispetto delle differenze sin
dalla più tenera età, liberando da pregiudizi e stereotipi che alimentano odio
e discriminazione” conclude l’attivista.

In
definitiva, una chiara presa di posizione rispetto alla necessità di definire
pene severe e socialmente esemplari per reati di discriminazione contro le
persone, con una puntualizzazione sulla prevenzione, nella misura in cui
nell’educazione precoce alle differenze si deve porre il germe di ogni idea
adulta e matura di uguaglianza e non belligeranza.

L’augurio è che, dopo le lotte secolari per la non discriminazione razziale e del genere femminile in quanto sesso debole, la legge riesca adeguatamente ad attenzionare adesso le discriminazioni basate su aspetti dell’identità e del benessere personale così importanti come la sessualità.

Angela Ganci

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