Roma, 17 set. (askanews) – “Ho solo fatto il mio dovere di parlamentare e di presidente: definire ‘massacrante’ il ritmo di due riunioni al giorno al Senato vuol dire non avere idea di cosa significhi veramente lavorare. Portiamo rispetto a chi si massacra veramente di lavoro; io lo porto sempre, forse non tutti fanno altrettanto”: così il senatore di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, controbatte così alla lettera inviata da 55 associazioni ambientaliste contro il DDL Caccia.
Oggi le 55 associazioni hanno denunciato che De Carlo avrebbe “costretto le commissioni competenti a riunioni massacranti, con due sedute giornaliere: una alle 8 del mattino e l’altra notturna, a partire dalle 19 senza limiti di orario. Una forzatura che ha il solo scopo di imporre a tappe forzate per approvare in tempo utile per gli appuntamenti elettorali un testo liberticida e irricevibile”. Nella lettera le 55 associazioni ambientaliste, animaliste, scientifiche, escursionistiche firmatarie si appellano ai parlamentari di ogni schieramento e chiedono di “non approvare un testo che calpesta la Costituzione, viola norme europee, danneggia gli agricoltori, tradisce gli interessi della collettività e mette a rischio l’ambiente, la salute e la sicurezza di tutti”.
“Avere istituzioni che funzionano è un diritto dei cittadini, che ci hanno votato e ci hanno scelto, ed è per noi un dovere lavorare per loro – controbatte De Carlo – Mi pare che l’obbiettivo sia raggiunto: stiamo andando avanti con le riunioni sul DDL Caccia, con due riunioni al giorno per dare modo a tutti i colleghi di illustrare i propri emendamenti, senza ostacolare gli altri iter dei provvedimenti; basti pensare che solo oggi abbiamo approvato la risoluzione sulla proposta di modifica della PAC, abbiamo lavorato al Decreto PMI, abbiamo incardinato il Decreto Incentivi e ne abbiamo già fissato le prime audizioni, così come per il Decreto Concorrenza”.
“Direi che nulla di ciò che dovevamo fare è stato lasciato indietro, semplicemente abbiamo ottimizzato e lavorato – conclude De Carlo – Non credo ci sia nulla di eroico nel fare una riunione alle 8 di mattina, orario in cui decine di migliaia di italiani sono già al lavoro da ore, o presentarsi a un incontro da 3-4 ore alle 19. Un bel bagno di realtà non farebbe male”.

