Débâcle M5S, Di Maio: “C’è un motivo se Pd sale e noi no” - QdS

Débâcle M5S, Di Maio: “C’è un motivo se Pd sale e noi no”

Raffaella Pessina

Débâcle M5S, Di Maio: “C’è un motivo se Pd sale e noi no”

sabato 18 Giugno 2022

Il Centro apre le porte a Giggino, Coraggio Italia: “Noi a braccia aperte”. Il deputato Ars Di Paola al Qds: “Gruppo compatto su Conte”

ROMA – Venti di scissione spirano all’interno del Movimento Cinquestelle, dopo la polemica scoppiata tra due big pentastellati: l’attuale ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e il leader Giuseppe Conte. C’è grande fermento in vista della assemblea che sarebbe stata fissata per il prossimo 22 giugno e c’è chi scommette sull’abbandono di Di Maio, che a margine di una visita allo stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia ha rilasciato dichiarazioni forti: “La nostra ricetta per il Paese non è chiara. Ci sarà un perché nella cosiddetta coalizione di maggioranza, in cui siamo molti partiti, il Pd sale e noi scendiamo. Forse perché non abbiamo ben chiare quali sono le ricette per le partite Iva, per gli imprenditori, per i lavoratori, per il futuro del nostro paese a livello internazionale. Io temo che questa rischi di diventare una forza politica dell’odio. Il nostro elettorato è disorientato perché quando si pongono dei temi ci sono degli attacchi personali, e questo non è assolutamente accettabile – ha aggiunto Di Maio -. Io mi sono permesso semplicemente di porre dei temi, mi sono permesso solo di aprire un dibattito su alcune questioni come la Nato, la guerra in Ucraina e la pace, come la transizione ecologica, come le ricette per le imprese. Ho ricevuto insulti personali, insulti personali”.

Il deputato M5S Aldo Penna non lascia spazio a dubbi sulla direzione che vuole prendere Di Maio: “Dai movimenti o dai partiti si esce o di fatto o di diritto, in seguito a dimissioni, espulsioni o altro. Insomma, pur non dichiarando la propria adesione cessata, si passa a comportamenti concludenti che equivalgono a processi di separazione. Volendo analizzarle, le dichiarazioni di Di Maio sono una dimissione di fatto dal MoVimento e non vorremmo che le critiche corrosive alle quali si è lasciato andare non involontariamente, siano un tributo da pagare a future formazioni politiche”.

Difende il ministro degli esteri il deputato ex M5s e ora in Coraggio Italia Emilio Carelli, pronto ad accoglierlo in caso di sua espulsione: “Penso che all’interno di un partito sia naturale una certa dialettica. C’è sempre stata. Lui ha criticato l’esito elettorale delle amministrative, che è stato il peggiore di qualsiasi altro precedente, e il fatto che il governo un giorno sì e un giorno no venga attaccato dal Movimento, che invece partecipa al governo. Sono critiche politiche legittime”.

Prosegue Carelli: “Personalmente considero Luigi Di Maio, all’interno del M5S, il politico più raffinato che ci sia in questo momento. Già qualche mese fa, quando parlai dell’ipotesi di un tavolo allargato attorno al quale far sedere tutti gli esponenti dell’arcipelago del Centro moderato, avevo anche ipotizzato un arrivo di Di Maio, dicendo che sarebbe stato tra di noi il benvenuto, le sue sono dichiarazioni politiche”.

Mantiene una posizione distaccata il portavoce del gruppo pentastellato all’Ars Nuccio Di Paola, intervistato dal Quotidiano di Sicilia. “Noi in questo momento siamo proiettati alle prossime regionali e alle primarie che stiamo per svolgere con questa formula nuova, con tutto il campo progressista, quindi siamo concentrati sul percorso che faremo da qui ai prossimi mesi per la scelta partecipata del candidato presidente”.

Tra l’altro Di Paola è stato nominato un paio di giorni fa da Giuseppe Conte come referente per la Sicilia. “Le polemiche in questo momento ci interessano ben poco, ovviamente sosteniamo il presidente Giuseppe Conte e posso dire che tutto il gruppo è compatto su questa scelta. Spero che questo discorso delle spaccature si risolva presto e penso che si tratti solo di una dialettica andata oltre il dovuto e trasformata in crisi da dicerie mediatiche”.

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