Milano, 17 ott. (askanews) – Debutta “EFI Fine Wines”, il nuovo progetto di Edoardo Freddi International nato per promuovere nel mondo una selezione di vini italiani rari e di alta gamma. L’iniziativa, ideata e guidata dall’imprenditore e wine expert Edoardo Freddi, nasce con l’obiettivo di rafforzare la presenza del Made in Italy del vino nei mercati internazionali attraverso una rete strutturata di distribuzione e comunicazione.
EFI Fine Wines parte con quattro, ottime, Cantine di riferimento: la bolgherese Michele Satta, la trentina San Leonardo, la maremmana Monteverro e la campana Montevetrano. Aziende che rappresentano territori e identità diverse, riunite in un progetto comune volto a valorizzare l’eccellenza italiana secondo criteri condivisi di qualità e sostenibilità.
“Questo progetto nasce dalla sollecitazione di alcuni produttori e dalla richiesta di alcuni clienti che ci hanno chiesto di sviluppare un comparto ultra premium all’interno di EFI, per gestire in modo diverso determinate referenze, produttori e mercati. È stata un’esigenza che è partita ‘dal basso’ e noi vediamo aperture di mercato e un crescente interesse da parte dei consumatori per i fine wines” racconta ad askanews Edoardo Freddi, spiegando che questo “è uno spin-off di EFI, che segue l’export per circa settanta Cantine. Ne abbiamo prese quattro e abbiamo creato una divisione ad hoc, con un responsabile dedicato” precisa, mettendo in luce che “questa divisione utilizza le sinergie della struttura esistente, che conta ormai una quarantina di persone, beneficiando del supporto amministrativo, fieristico e organizzativo. Partiamo con quattro Cantine ma passeremo in un paio d’anni a otto, nove al massimo: si tratta di realtà che abbiamo già individuato e stiamo avviando i rapporti e al momento il progetto riguarda solo l’Italia”.
Per entrare a far parte di EFI Fine Wines ogni azienda deve rispettare quattro criteri selettivi: heritage, che individua marchi capaci di raccontare una storia autentica, posizionamento ultra-premium, riconoscimenti da guide e testate internazionali, a garanzia di reputazione consolidata, e sostenibilità ESG, che certifica pratiche attente all’ambiente, alle persone e alla governance.
“Oltre al responsabile, in questa nuova struttura a breve entreranno altre due persone: una nelle prossime settimane e una a gennaio. L’idea è strutturare questa divisione come uno spin-off che cammina con le proprie gambe – chiosa – ma che continua a beneficiare del gruppo e delle sue competenze, che poi è il nostro modello di business: mano a mano che siamo cresciuti nell’Horeca Italia abbiamo fondato un’azienda dedicata e poi l’abbiamo fatto anche per l’export. Partiamo da un incubatore e, quando il progetto è pronto, lo facciamo andare sulle sue gambe”.
Il nuovo hub opererà in 70 Paesi, con priorità per Stati Uniti, Regno Unito, Nord Europa e Asia, in particolare Vietnam, Corea e Giappone. EFI Fine Wines presidierà anche i canali Travel Retail di stazioni e aeroporti e selezionate piattaforme digitali, raggiungendo così un pubblico di viaggiatori e appassionati.
Intanto, la holding FreedL Group, che Freddi ha fondato nel 2018, ha acquisito una partecipazione di minoranza in un’azienda francese “che opera soprattutto con Cantine premium e ultra premium, una realtà che si colloca tra il négociant e l’agenzia”. L’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare a breve. Ma non è l’unica novità. “Con Veraison Group, la divisione dedicata ai nostri marchi e alle etichette proprietarie – racconta Freddi – annunceremo entro fine anno un paio di acquisizioni, più orientate al volume. È un momento in cui ci sono grandi opportunità di mercato – rimarca – soprattutto per chi ha una piattaforma già strutturata per l’export come noi”.
Il lancio della nuova realtà, è un buona occasione per avere la fotografia di questo iperattivo imprenditore classe 1988 sul mercato del vino attuale. “Oggi è sempre più polarizzato: da una parte Prosecco e Pinot Grigio entry level, dall’altra i fine wine, con questi ultimi che mantengono tassi di crescita stabili soprattutto per le aziende che hanno diversificato molto i mercati – spiega ad askanews – perché, se hai frammentato in diversi Paesi, come preferiamo fare noi, è più impegnativo da gestire ma più solido”. “Il mercato migliore per la fascia ultra premium è sicuramente quello statunitense, che rimane in crescita, soprattutto se hai una distribuzione intelligente e diffusa, con più importatori regionali” dice Freddi, evidenziando che “paradossalmente gli Stati Uniti sono cresciuti anche dopo l’introduzione dei dazi, perché questi colpiscono soprattutto i vini di fascia medio-bassa, tranne Prosecco e Pinot Grigio che hanno rallentato ma mantengono buoni volumi. Di fatto la differenza di prezzo tra la fascia media e quella alta si è ridotta, e i fine wine sono sostanzialmente indifferenti ai dazi: chi prima comprava una bottiglia a 100 dollari oggi la paga 120 e non cambia abitudini”.
“Anche il Brasile e il Messico stanno crescendo molto, soprattutto nella fascia alta. In Europa, la Germania rallenta, mentre l’area Benelux e l’Europa dell’Est mostrano buoni segnali. La Russia, nonostante tutto, tiene bene, anche nel segmento alto” continua Freddi, aggiungendo che “il Giappone non cresce sui fine wine ma mantiene buoni livelli sul segmento medio. La Cina cresce bene anche sulla parte alta e il Vietnam, che ormai non è più una novità, è in forte espansione per il vino italiano. Anche l’Australia si sta dimostrando un mercato interessante, sia per il Prosecco che per i vini di fascia alta”.
Come avete chiuso l’anno scorso e che andamento vedete per il 2025? “Il 2024 è andato bene, intorno al +4-5%, e quest’anno siamo tra il +5-6% ma i dati stanno migliorando e il Natale potrebbe dare un’ulteriore spinta” dichiara Freddi ad askanews, indicando che “le previsioni di budget prevedevano una crescita a doppia cifra ma sarebbe già un ottimo risultato chiudere a +7-8%”. (Alessandro Pestalozza)

