Debutta l’epigrafe sul patto tra Centuripe e Lanuvio - QdS

Debutta l’epigrafe sul patto tra Centuripe e Lanuvio

Debutta l’epigrafe sul patto tra Centuripe e Lanuvio

venerdì 20 Settembre 2024

Negli scorsi giorni, dopo 62 anni dalla scoperta e per la prima volta in Sicilia, è stata presentata al pubblico l’opera nel Museo archeologico regionale. Resterà esposta fino al 9 gennaio 2025

CENTURIPE – Negli scorsi giorni è stata presentata al pubblico, dopo 62 anni dalla scoperta e per la prima volta in Sicilia, l’epigrafe che testimonia il patto di gemellaggio tra Centuripe e Lanuvio.

L’esposizione dell’iscrizione dal titolo “Il rapporto tra Roma, gli italici e la Sicilia” è il frutto di una importante collaborazione tra l’assessore regionale Francesco Scarpinato, il sindaco di Centuripe, Salvatore La Spina, il sindaco di Lanuvio Andrea Volpi, la soprintendente di Catania Donatella Aprile, la responsabile dell’unità operativa archeologica Ida Buttitta e il funzionario direttivo archeologo Michela Ursino della Soprintendenza di Catania, il Nucleo Tutela del Patrimonio dei Carabinieri, il direttore del Parco archeologico di Catania Giuseppe D’Urso, il funzionario direttivo archeologo del Parco archeologico di Catania, Giulia Falco, e il direttore dei Musei di Lanuvio, Luca Attenni.

L’epigrafe dopo 62 anni dal ritrovamento, e su richiesta dei sindaci di Centuripe, Salvatore La Spina, e di Lanuvio Andrea Volpi, è stata finalmente dissequestrata ed esposta a maggio a Lanuvio e adesso a Centuripe, nella città dove è stata rinvenuta.

Tutto ebbe inizio nel 1962 con il ritrovamento di una pietra calcarea incisa in dialetto dorico in contrada Acqua Amara di Centuripe da parte del signor Mario Mazzurco di Centuripe che la fece esaminare al professor Giacomo Manganaro, docente universitario e noto epigrafista.

Un raro documento epigrafico

Il professore Manganaro capì di avere tra le mani un raro documento epigrafico, per lui databile tra II e I sec. a.C. che rendiconta gli esiti della missione di tre ambasciatori centuripini, Filìarcos, figlio di Filìarcos, Làmpon e Csòarcos, figlio di Menìscos, a Roma e Lanuvio, per ottenere dal Senato lanuvino il rinnovamento dei vincoli di parentela, di amicizia e di ospitalità che già legavano i Centuripini con i Lanuvini. A tale scopo portarono con loro i documenti comprovanti la parentela tra le due popolazioni e il senato di Lanuvio emanò il decreto di convalida dei remoti vincoli di parentela fra le due città. Per tramandare l’evento ai posteri, il decreto del Senato lanuvino fu inciso su due stele che sarebbero state collocate in luogo pubblico, in latino per Lanuvio e in dialetto dorico per Centuripe.

L’iscrizione risalirebbe al I secolo a.C.

Le ragioni della missione diplomatica dei tre centuripini per Luca Attenni, archeologo e direttore dei Musei di Lanuvio, sono essenzialmente politiche. Per lo studioso l’iscrizione risalirebbe al I secolo a.C. periodo in cui il lanuvino Licinio Murena è primo console a Roma e in quel periodo dunque Lanuvio ha un grosso peso politico. I centuripini vanno a Roma e a Lanuvio per ottenere la cittadinanza romana con la conseguente esenzione dei tributi, e l’unico modo per ottenere il riconoscimento era appellarsi alla parentela. L’origine della parentela tra Centuripe e Lanuvio è stata chiarita da documenti epigrafici rinvenuti nella Biblioteca del Ginnasio di Tauromenio, l’antica Taormina. Sintetizzando il contenuto del I libro degli Annales dello storico Quinto Fabio Pittore (III sec. a.C.), le iscrizioni tauromenitane citano il ritorno dalla Sicilia nel Lazio, al seguito di Enea, del centuripino Lanoios, fondatore della città che appunto da Lanoios prende il nome, Lanuvio.

A fare da sostrato al rapporto di parentela tra Centuripe e Lanuvio – e altre città laziali considerate sicule (Ariccia, Falerii, Fescennium, Tivoli, Antemnae, Caenina) – era dunque l’antica provenienza dal Lazio attribuita dalle fonti all’ethnos siculo, cui Centuripe apparteneva. I Siculi, secondo la tradizione, erano una popolazione originaria del Lazio costretta dall’arrivo di altre popolazioni a migrare prima nel meridione della penisola e poi, alla fine del II millennio a.C., in Sicilia, dove si era progressivamente ellenizzata mantenendo coscienza della propria origine italica. Non stupisce, dunque, che il gemellaggio antico tra Centuripe e Lanuvio fosse sentito e perpetuato come uno stretto legame etnico, reso ancora più saldo dall’essere Lanuvio fondazione dell’eroe centuripino Lanoios. Grazie a tutte queste scoperte, ancora in corso di approfondimento, nel 1974, per la prima volta nella storia, viene celebrato il gemellaggio tra il sindaco di Centuripe, Ermanno Laudani, e quello di Lanuvio, Leonio Evangelista.

L’epigrafe, sottoposta a confisca negli anni ‘90, era rimasta fino ad oggi nei depositi della Soprintendenza e non è stata più possibile vederla. In occasione del 50esimo anniversario del gemellaggio tra Lanuvio e Centuripe l’epigrafe è stata esposta a maggio a Lanuvio e da oggi a Centuripe dove resterà esposta al Museo archeologico regionale fino al 9 gennaio 2025.

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