Milleproroghe, Confcommercio Ragusa sprona i Comuni - QdS

Milleproroghe, Confcommercio Ragusa sprona i Comuni

Stefania Zaccaria

Milleproroghe, Confcommercio Ragusa sprona i Comuni

giovedì 30 Marzo 2023

Il presidente provinciale, Manenti, ha inviato una nota ai primi cittadini dei Comuni iblei per aiutarli a fare un quadro sulle opportunità da non sottovalutare: dai dehors alle scadenze fiscali

RAGUSA – Le misure in programma per aiutare i Comuni e le imprese in difficoltà. È questo l’argomento centrale di una nota che il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, ha inviato ai sindaci dei dodici Comuni iblei. Al centro dell’attenzione, infatti, gli interventi che ogni ente locale territoriale ha la possibilità di adottare per aiutare il comparto, su più livelli, alla luce delle previsioni contenute nel cosiddetto decreto Milleproroghe, soprattutto per quel che riguarda i dehors.

“L’emergenza pandemica – si legge nel documento di Gianluca Manenti – ha determinato il sorgere di un nuovo approccio al mondo dei dehors dove gli spazi esterni non rappresentano più una mera appendice dell’attività, ma una vera e propria riprogettazione urbana degli spazi esterni. Ecco perché Confcommercio provinciale Ragusa, di concerto con la Fipe Ragusa, la Federazione regionale dei pubblici esercizi che aderisce a Confcommercio, ricorda che il cosiddetto Milleproroghe prevede disposizioni urgenti in materia di termini legislativi e incide su diversi settori: dalla sanità alle nuove scadenze fiscali, autorizzazioni per strutture amovibili su suolo pubblico e altro”.

Le misure di maggiore interesse che Confcommercio ha inteso rappresentare ai Comuni dell’area iblea riguardano la possibilità per i Comuni di stralciare i tributi locali delle mini cartelle fino a 1.000; la previsione di dehors liberi per bar e ristoranti fino al 31 dicembre 2023 e, in particolare, viene prorogata fino al 31 dicembre 2023 la possibilità, per gli esercizi pubblici titolari di concessioni o di autorizzazioni all’uso del suolo pubblico, di disporre temporaneamente, senza necessità di autorizzazione strutture amovibili – ‘dehors’, ma anche elementi di arredo urbano, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni – in aree di interesse culturale o paesaggistico.

“Detta tipologia di agevolazione – chiarisce Manenti nella lettera – era stata istituita in periodo di emergenza pandemica al fine di consentire ai titolari di bar e ristoranti, che adottavano tutte le misure di prevenzione dalla diffusione del contagio, di poter lavorare comunque all’esterno dei propri locali di vendita durante i mesi più duri dell’emergenza sanitaria, assicurando, di fatto, il distanziamento tra gli utenti consumatori, con conseguente necessità di semplificazione delle procedure per l’occupazione di spazi e suolo pubblico anche in centro storico. Sebbene detto provvedimento abbia, nell’ottica del Governo centrale, la funzione di agevolare i consumi e rilanciare l’economia cosiddetta circolare, nella pratica rimane la necessità di dover conciliare l’utilizzo dello spazio pubblico in modo che si tengano nella giusta considerazione gli interessi delle aziende di poter lavorare usufruendo delle agevolazioni e quello dei cittadini di godere di spazi urbani di qualità, nonché dei residenti di vivere in aree ordinate e facilmente fruibili nel corso dell’intera giornata”.

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