Def, il governo approva: 5 miliardi per carburanti, bollette e aziende

Def approvato dal governo: 5 miliardi per carburanti, bollette e aziende

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Def approvato dal governo: 5 miliardi per carburanti, bollette e aziende

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mercoledì 06 Aprile 2022

I fondi saranno destinati agli interventi su carburanti, bollette, materie prime, assistenza ai profughi ucraini e aziende italiane colpite dagli effetti del conflitto in corso

Approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri il def, documento di economia e finanza: l’esecutivo per ora avrà un margine di manovra di circa 9 miliardi di euro. Nelle tabelle della bozza viene confermato un deficit tendenziale stimato al 5,6%, mentre il programmatico è al 5,1%. Lo 0,5% di differenza rappresenta proprio lo spazio di manovra consentito senza scostamenti di bilancio ed ammonta a 9,5 miliardi. Le risorse potranno finanziare un nuovo decreto-legge, pronto entro il mese di aprile, che ripristinerà i fondi di bilancio utilizzati per coprire parte del decreto Energia delle scorse settimane, un’operazione che richiederà 4,5 miliardi.

Energia, benzina e materie prime

I 5 miliardi restanti saranno destinati agli interventi su carburanti, bollette, materie prime e garanzie sul credito. Per quanto riguarda benzina e gasolio, con il decreto ministeriale “esteso di 10 giorni l’abbattimento di 25 centesimi dell’accisa sulla benzina e sul gasolio, che viene quindi esteso fino al 2 maggio”, ha annunciato il ministro dell’Economia Daniele Franco. Interventi anche sulle bollette energetiche di famiglie e imprese, con il governo intenzionato a calmierare ulteriormente i costi. E poi ancora il tema del caro prezzi legato all’inflazione e all’impennata delle materie prime: una parte dei fondi saranno utilizzati per riallineare le tariffe e i contratti ai prezzi di mercato, evitando ulteriore pressione sul settore delle costruzioni e delle grandi opere, con il rischio di effetti sull’iter del Pnrr. Infine saranno incrementati i fondi per le garanzie sul credito e ci sarà un ulteriore stanziamento per assistere i profughi ucraini e per interventi a favore delle aziende italiane, colpite dagli effetti della guerra in Ucraina.

Draghi: “Consapevoli del disagio sociale”

“Siamo molto consapevoli del disagio sociale e siamo pronti a intervenire”, ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa. “Faremo tutto ciò che è necessario per aiutare le famiglie e le imprese all’interno di una cornice di decisioni europee e di equilibrio dei conti ma la disponibilità del governo è totale – ha aggiunto Draghi -. Una cosa fondamentale e importante quanto i provvedimenti è il messaggio che il governo e la maggioranza devono dare in termini di fiducia che promana da governo, parlamento e maggioranza: la fiducia dipende dalla circostanza che stiamo vivendo e che ha offuscato le prospettive ma anche dalla capacità di esprimere un indirizzo di politica ed economia sui molti fronti su cui il paese è impegnato. Occorre affermare una governabilità che si esprime con decisione e unità di intenti, che è quello che vogliono vedere i cittadini. Se i cittadini dovessero scegliere tra affermazione delle identità dei partiti o unità di intenti sono certo che sceglierebbero la seconda”.

“Peggiorata la prospettiva di crescita”

“Siamo tutti al lavoro per costruire una risposta comune a uno shock comune, come lo è stata la pandemia. Bisogna ripetere l’esperienza di straordinaria unità nazionale che ha ispirato l’azione di governo durante la pandemia – ha proseguito il premier -. E‘ chiaro che con la guerra in Ucraina c’è stato un peggioramento della prospettiva di crescita, pesano l’aumento costi energia ma anche di altri beni, come quelli alimentari, ma pesa anche la fiducia di consumatori e investitori, che era viva a inizio anno, poi è diminuita molto. E questo non solo per i rincari, ma per la situazione bellica in generale”, con una guerra “vicina a noi, quindi consumatori e imprese vedono un futuro meno positivo. Questo non avviene solo da noi, da noi avviene in maniera significativa”. 

Gas dalla Russia, stop non considerato

Lo stop alla fornitura di gas russo “non è un’ipotesi al momento oggetto di discussione – ha detto il premier -. Ma la situazione si sta modificando davanti ai nostri occhi, le devastazioni e i massacri” in Ucraina “ci hanno sorpreso. L’aggressione premeditata” della Russia “si stava svolgendo in un modo terribile, ma ora sembra che i massacri di civili e bambini aumentino e questo porta a sanzioni sempre più severe. Oggi l’embargo del gas non è sul tavolo, non so se lo sarà mai, ma tanto più diventa orrenda questa guerra tanto più i paesi alleati si chiedono: ‘in assenza di una nostra diretta partecipazione alla guerra cosa possiamo fare per farla smettere? Per consentire all’Ucraina di sedersi al tavolo di pace” in una “posizione da non serva”. “Cosa vogliamo? la pace o il termosifone caldo? o meglio, ormai, la pace o il condizionatore d’aria acceso?”.

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