Una delle piazze più belle di Catania in preda all’illegalità e al disordine tra spaccio, parcheggiatori abusivi, motorini che sfrecciano tra le panchine e cumoli di immondizia. È la triste fotografia di Piazza Federico di Svevia (popolarmente conosciuta come Piazza Castello Ursino), all’ombra del maestoso ed imponente Castello Ursino, edificato nel XIII secolo dal sovrano del Regno delle Due Sicilie. A riaccendere i riflettori su questa situazione di degrado è stata l’iniziativa di Carlotta Bonaventura, giovane residente della zona che ha lanciato una petizione online per ridare vita e speranza alla piazza. Il Qds.it l’ha raggiunta per conoscere ragioni ed obiettivi della sua protesta.
Qui è possibile firmare la petizione: Firmiamo la petizione! https://www.change.org/p/sindaco-della-città-di-catania-piazza-federico-di-svevia-libera-la-piazza-è-mia-la-piazza-è-di-tutti
Perché la petizione?
“La petizione – esordisce – non è una mia iniziativa totalmente spontanea, ma nasce da una proposta della polizia municipale, a cui ho richiesto un aiuto che non arrivava perché – a quanto mi è stato detto – mancano le risorse per assicurare un presidio fisso in piazza. Mi hanno, quindi, suggerito di raccogliere le firme, partendo chiaramente da commercianti e residenti. Io ho deciso di alzare la posta e di proporre anche una petizione sul digitale, che ha ovviamente avuto un riscontro più elevato. Ad oggi le firme sono oltre 1600. Tuttavia, prosegue, ritengo assurdo che si debba fare una raccolta firme, perché non sto richiedendo un servizio extra al comune, ma sto semplicemente chiedendo che venga salvaguardata una piazza che ospita un edifico dall’enorme valore storico ed artistico. Senza dimenticare, ovviamente, la nostra sicurezza”.
Questa scelta arriva dopo una lunga serie di appelli, alle forze dell’ordine ed alle istituzioni politiche della città, che non hanno trovato accoglimento. “La risposta è sempre la stessa: non ci sono risorse sufficienti per presidiare la piazza con continuità. Ad esempio, spiega Bonaventura, è impossibile organizzare e gestire un servizio di sorveglianza dalle 17 alle 24. Richiedendolo con una petizione, però, possiamo fare rumore e farci sentire. Quella che ho denunciato, prosegue, è una situazione che si ripete da anni. In nessuna città d’Europa può succedere una cosa simile davanti agli occhi di tutti. Ormai ci conviviamo, infatti c’è molta rassegnazione e mi trovo praticamente sola a fare questa battaglia”.
L’iniziativa di Carlotta, come lei stessa ci tiene a precisare, ha però intenti ed obiettivi più ampi: “Non è nelle mie intenzioni andare contro questi ragazzi che scorrazzano in piazza con i motorini. Magari, se ci fosse un progetto più ampio di tutela, urbanizzazione e sicurezza, loro potrebbero avere degli spazi adeguati dove andare con quei mezzi e noi un luogo dove passeggiare. Per questo chiedo una mano all’amministrazione comunale: aiutarci è un loro dovere, sono tenuti a farlo”.
“Un flash mob in piazza? Ho provato a coinvolgere fisicamente le persone, sono sicura che alcune mi appoggerebbero. Se fosse necessario lo farei. Creare un comitato di quartiere? Ne esistono già diversi, a detta loro sono dalla mia parte”.
Cosa è cambiato dopo la petizione?
“Al momento sembra che si stia muovendo qualcosa, anche solo per l’intervento di stampa e televisione. Diverse volte si sono posizionate in piazza macchine della municipale e dei carabinieri. Però non è questo l’obiettivo che vorrei raggiungere. Mi chiedo quanto può durare. Quando l’interesse mediatico verrà meno cosa accadrà? Sono sicura, conclude, che tutti i problemi si ripresenteranno e che il presidio non ci sarà.
Vittorio Sangiorgi