Dehors: a Palermo meno burocrazia ma sanzioni più severe - QdS

Dehors: a Palermo meno burocrazia ma sanzioni più severe

Gaspare Ingargiola

Dehors: a Palermo meno burocrazia ma sanzioni più severe

giovedì 12 Gennaio 2023

Dal Consiglio comunale è arrivato il via libera al nuovo Regolamento, che ha snellito le procedure per le concessioni ma ha anche previsto multe salate per chi non rispetta le regole in vigore

PALERMO – Con uno degli ultimi provvedimenti del 2022 il Consiglio comunale ha aggiornato il Regolamento sui dehors, snellendo l’iter burocratico per le concessioni ma prevedendo al contempo sanzioni più severe per chi aggira le regole.

Già a novembre l’Amministrazione aveva pubblicato il nuovo testo del Regolamento per la concessione di suolo pubblico per attività di ristoro all’aperto coordinato con il Regolamento edilizio tipo, riaprendo alla possibilità per i ristoratori di installare strutture chiuse, anche nelle isole pedonali. Possibilità confermata da questo nuovo dispositivo, al pari dell’estensione massima dell’occupazione del suolo pubblico che non potrà essere superiore al 50% della superficie destinata alla somministrazione all’interno del locale e comunque non oltre i cinquanta metri quadrati (il limite precedente era di 36). Inoltre, per ciascuna attività di somministrazione sarà garantita una superficie minima di 18 metri quadrati. Anche le strutture turistiche e ricettive potranno avere un dehors.

La vera novità, come si diceva, è però nella procedura per le concessioni: basterà presentare l’istanza con tanto di progetti e documentazione fotografica per procedere all’occupazione del suolo pubblico (salvo controlli successivi), senza attendere il rilascio di autorizzazioni da parte del Comune. Stessa cosa per i rinnovi dei permessi: “Il rinnovo – si legge nel testo emendato – in presenza di perizia tecnica che asseveri che nulla è mutato rispetto alla concessione originaria, avrà luogo automaticamente purché venga rispettato il termine di cui sopra e salvo successiva verifica da parte dell’ufficio competente”.

In compenso le sanzioni sono state inasprite. Oltre a quelle pecuniarie, è stata aggiunta la sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio: alla seconda violazione accertata entro dodici mesi dal precedente provvedimento sanzionatorio “chiusura dell’attività per tre giorni consecutivi decorrenti dalle 8 del primo martedì successivo alla notifica del relativo provvedimento, con obbligo di ripristino dello stato dei luoghi nel caso di occupazione abusiva, anche parziale, del suolo pubblico”; alla terza violazione accertata entro ventiquattro mesi dal primo provvedimento sanzionatorio “chiusura dell’attività per dieci giorni consecutivi decorrenti dalle 8 del primo martedì successivo alla notifica del relativo provvedimento, con obbligo di ripristino dello stato dei luoghi nel caso di occupazione abusiva, anche parziale, del suolo pubblico”; alla quarta violazione accertata entro ventiquattro mesi dal primo provvedimento sanzionatorio, infine, “per le attività soggette all’applicazione dell’articolo 10 del Testo unico delle Leggi di Pubblica sicurezza”, scatta addirittura la “revoca del titolo abilitativo all’esercizio di impresa, con obbligo di ripristino dello stato dei luoghi nel caso di occupazione abusiva, anche parziale, del suolo pubblico” mentre “per le altre attività, chiusura per novanta giorni dell’esercizio, con obbligo di ripristino dello stato dei luoghi nel caso di occupazione abusiva, anche parziale, del suolo pubblico”. Non solo, ma “in caso di mancata rimozione provvederà l’Amministrazione comunale in danno nei confronti del titolare inadempiente, cui sarà altresì inibito, a titolo di sanzione, la possibilità di ripresentare per i successivi due anni richiesta di concessione di suolo pubblico”.

Altra innovazione, introdotta da un emendamento della maggioranza, è la possibilità di occupare anche “gli spazi e le aree verdi posti di fronte o nelle adiacenze dell’esercizio, sempre nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, qualora il titolare assuma, per un periodo di tempo almeno pari a quello della concessione, l’obbligo di provvedere alla manutenzione ordinaria di detti spazi e aree, previo parere dell’Ufficio Gestione verde urbano. Sono esclusi giardini storici e ville storiche”.

L’opposizione non ha risparmiato critiche: “Ha trovato il nostro voto contrario – hanno detto Massimo Giaconia e Mariangela Di Gangi di Progetto Palermo – l’emendamento che dà la possibilità di occupare le aree verdi pubbliche, perché secondo noi non possono essere invase da strutture ingombranti come i dehors. Dove è necessario, le aree verdi vanno recuperate e rese fruibili per l’intera collettività. Infatti, come abbiamo ribadito in Aula, avremmo preferito che la questione degli spazi verdi venisse affrontata esclusivamente attraverso appositi regolamenti, soprattutto quello dei Beni comuni”.

Ancora, sono state stabilite nel dettaglio le distanze dagli arredi urbani, facendo anche chiarezza sul concetto stesso di arredo: “Alberi, aiuole, intendendosi per aiuola uno spazio verde della quadratura di almeno quattro mq ed escludendosi dalla categoria di arredi urbani i sistemi di illuminazione pubblica, i complementi per le sistemazioni stradali quali tombini, recinzioni di parchi, dissuasori di velocità, contenitori di rifiuti; qualora in prossimità dell’area chiesta in concessione siano posizionati panchine, fioriere, cestini e comunque elementi non stabilmente infissi al suolo, dovrà prioritariamente essere valutata la possibilità di autorizzarne al concessionario lo spostamento a propria cura e spese in modo tale da consentire il rispetto delle distanze”.

“Con questo provvedimento – hanno commentato il sindaco Roberto Lagalla e l’assessore alle Attività produttive Giuliano Forzinetti – veniamo incontro agli imprenditori con una maggiore chiarezza normativa e una semplificazione burocratica senza precedenti sul rinnovo delle concessioni e, in particolare, sulle nuove istanze, avendo la possibilità di iniziare a lavorare subito dopo aver presentato la richiesta di installazione di dehors”.

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