Delusione, cammino dell’esperienza - QdS

Delusione, cammino dell’esperienza

Carlo Alberto Tregua

Delusione, cammino dell’esperienza

martedì 05 Luglio 2022

L’informazione a goccia, come si usa dire, non solo non è esaustiva ma induce all’illusione chi la ottiene, il quale pensa così di saperne di più

“Ehi, Siri”. Alcuni continuano ad interpellare il loro attrezzo per informazioni di ogni genere e tipo. Siri, cioè l’assistente virtuale sviluppato da Apple, dà le notizie che possiede, ovviamente non controllate, per cui sta all’interlocutore valutare se esse abbiano un senso comune e diano un minimo di cognizione a chi chiede cose che non sa.
Perché citiamo questo strumento di informazione spicciola? Perché esso via via acquisisce per tanti internauti una funzione importante, che è quella di far conoscere fatti, eventi e situazioni di cui non si ha la minima idea.
Fatta salva questa considerazione, ne emerge subito una seconda e cioè che l’informazione a goccia, come si usa dire, non solo non è esaustiva ma induce all’illusione chi la ottiene, il quale pensa così di saperne di più.
Ma appunto di illusione si tratta perché acquisire una informazione random non significa acquisire una conoscenza. E ci spieghiamo.

La conoscenza è un insieme di fattori multipli che si collegano fra loro e che rappresentano un quadro di riferimento atto a capire quale sia l’oggetto, quale sia la provenienza, quale sia l’effetto. E invece tutto questo non si può fare perché spesso chi chiede queste informazioni-goccia non ha nella propria testa il software necessario a collegare le informazioni.
E’ come se qualcuno possedesse mille gocce, o un milione o un miliardo di esse, ma non nello stesso contenitore che le metta insieme per farne un liquido. Le mille, o il milione, o il miliardo di gocce, non significherebbero assolutamente niente perché rappresenterebbero ciascuna, appunto, una goccia.
Ci vuole proprio il contenitore, cioè quella rete di conoscenze che ognuno deve possedere affinché esse stiano insieme e assumano un significato unitario.
Vi è da evidenziare un altro pericolo e cioè la delusione conseguente a chi pensa di aver scoperto l’arcano e si ritrova invece con un pugno di mosche in mano.
E tuttavia, essa potrebbe non costituire un fattore negativo perché se è il cammino dell’esperienza, la delusione può essere messa a profitto.
Che profitto? Lo stesso che deriva da chi ha la capacità di trarlo dai propri errori. Se ognuno riesce, quando sbaglia, a capire perché, quale siano state le circostanze, in che modo sia stato commesso l’errore e tutte queste considerazioni le mette a profitto per evitare di ripeterlo in futuro, ecco che esso, e la conseguente delusione, si trasformano in un fattore positivo perché – avendolo memorizzato – nel futuro si cercherà di evitarlo.
E’ nota la regola Historia magistra vitae. Dobbiamo però avvertire i cortesi lettori che essa è semplicemente falsa perché l’umanità non impara dai propri errori. Ve ne cito due per tutti: Napoleone invase la Russia e fu la sua sconfitta (1812). Nel 1943 Hitler commise lo stesso errore che decretò la sua sconfitta.
Ma non c’è bisogno di scomodare la storia per dimostrare la debolezza umana, perché se ognuno rammenta gli eventi che ha vissuto, non solo quelli personali ma anche quelli politici, amministrativi e di vario genere, rivedrà quanti errori vengono commessi, alcuni in buona fede e altri no.

Delusione, cammino dell’esperienza. Non è che si voglia auspicare di essere delusi, né si voglia augurare che si commettano errori o che le cose vadano male nonostante le nostre buone intenzioni, ma certo è del tutto evidente che gli errori si commettono nonostante la nostra capacità e buona volontà e che da essi ne derivi una delusione perché non si sono raggiunti gli obiettivi previsti.
Ora, si tratta di valutare se i percorsi, anche se sbagliati, sono permeati da buona fede o dalla voglia di imbrogliare il prossimo.
Se c’è buona fede tutto è perdonabile perché è nota la regola “Chi non fa non sbaglia”, dal che deriva l’altra che chi agisce commette errori.
Ma se l’azione di qualcuno è permeata di cattiva fede, cioè dalla voglia di imbrogliare il prossimo, allora la situazione è profondamente diversa. Anche in questo caso sta a noi scoprire chi sta nel versante del Bene e chi in quello del Male.
E agire di conseguenza.

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