Democrazia sempre più giù, Sardine ovvero lo sbando dei cittadini - QdS

Democrazia sempre più giù, Sardine ovvero lo sbando dei cittadini

Carlo Alberto Tregua

Democrazia sempre più giù, Sardine ovvero lo sbando dei cittadini

venerdì 29 Novembre 2019

Il fenomeno che dilaga in questi giorni viene definito con il nome di un pesce: le “sardine”, perché stanno strette l’una con l’altra e quindi rappresentano metaforicamente le migliaia di cittadini che, sembra spontaneamente, si riuniscono in una piazza di una città.
Nessuno al momento si è assunto la paternità di questo movimento perché, si sostiene, sarebbe impossibile organizzare riunioni così numerose; per cui esse non possono che essere spontanee.
Dubitiamo di questa interpretazione anche se non vi è alcun elemento che possa indicare il contrario.
Sulle motivazioni che hanno indotto tanta gente a riunirsi, è difficile fare il punto perché non si comprende quale sia l’oggetto contro cui queste persone protestano e, in definitiva, che cosa vogliono.
L’impressione è che l’elemento comune che induce la gente a riunirsi nelle piazze è un senso di scoramento e di sfiducia nei rappresentanti delle istituzioni, di tutte le parti politiche, con la conseguenza che le idee restano annebbiate.

Quando la Democrazia declina perché viene meno ai suoi principi generali, che riguardano la capacità dei delegati di prendere decisioni di interesse generale, ecco che emergono fenomeni di questo tipo, che non fanno bene alla stessa, in quanto rappresentano uno stadio febbrile di una malattia incombente e continua.
La gente non sa cosa vuole, perché vuole tutto, ora e subito. Il che significa che non può avere nulla neanche domani o dopodomani.
I responsabili delle istituzioni appositamente delegati dagli elettori, hanno il compito di stendere un programma concreto ed i relativi tempi di realizzazione.
Se mancano questi, gli obiettivi indicati nel programma sono privi di contenuto.
I responsabili delle istituzioni seguono sempre la regola antiregola, cioè non fissare mai i tempi nei quali gli obiettivi devono essere raggiunti.
In questo modo, non possono essere accusati di mancanza di capacità e continuano nel loro inutile tran tran che danneggia i loro elettori.
Comodo agire così, senza sanzioni! Per gli eletti, la sanzione dovrebbe essere la non rielezione.
Tuttavia, è necessario dar loro il tempo della legislatura per metterli in condizione di realizzare i loro impegni, oppure verificare che non ne siano stati capaci.
Chi governa un Paese (esecutivo) e i relativi parlamentari della maggioranza (legislativo) hanno il compito di affrontare i problemi e di risolverli, non di enunciarli, elencarli ed indicarli.
Chi governa non può continuare a dire che la responsabilità è degli altri o di coloro che hanno governato precedentemente, perché questo è un comportamento becero di persone immorali che tutto dovrebbero fare tranne che guidare le istituzioni.
Se da un canto tali responsabili istituzionali debbono avere il tempo per attuare il loro programma, dall’altro i cittadini non possono chieder loro leggi e decreti che favoriscano questo o quel raggruppamento, perché il riferimento dovrebbe essere sempre e comunque il programma e i tempi per realizzarlo.

Il fenomeno delle sardine è dunque spontaneo, anche se molti ritengono che esso derivi da alcune parti politiche che non hanno voluto metterci la faccia e che continuano a sostenere la sua spontaneità.
Indica ancora la non comprensione di cosa sia la Democrazia, la sua rappresentatività e il dovere dei mandatari di eseguire il loro compito sui binari dei valori etici che prevedono l’uso di equità e giustizia fra tutti i componenti della comunità.
In questo quadro, hanno una funzione molto importante la stampa ed i giornalisti di qualunque mezzo, che dovrebbero interpretare le vicende con occhio obiettivo e completo, riportando fatti verificati e non subendo pressioni di sorta dai gruppi da cui magari dipendono, per cui il loro comportamento dovrebbe essere esemplare.
Esemplare perché molti leggono i giornali, ascoltano la radio, vedono la televisione e soprattutto interagiscono sui media sociali, che sono però diventati un palcoscenico di fatti futili, ovvi, non meditati e gettati in pubblico senza alcuna consistenza.

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017