Home » Sicilia » Dalla demolizione dei Silos alla riconsegna della diga foranea: il porto di Catania sarà più aperto

Dalla demolizione dei Silos alla riconsegna della diga foranea: il porto di Catania sarà più aperto

Dalla demolizione dei Silos alla riconsegna della diga foranea: il porto di Catania sarà più aperto
Passeggiata diga foranea Porto di Catania

CATANIA – Nell’anno che volge al termine sono state gettate le basi per il futuro di un pezzo importante del waterfront catanese, destinato a cambiare profondamente il proprio volto negli anni a venire. La definitiva approvazione del nuovo Piano regolatore portuale, dopo quasi mezzo secolo, ha stabilito le linee di indirizzo che ora dovranno essere attuate, una dopo l’altra, attraverso i progetti esecutivi delle opere. Una pianificazione che ha ricevuto critiche da una parte della città, con diverse associazioni che hanno già annunciato ricorsi soprattutto per quanto riguarda l’ampliamento dell’area portuale, a Nord e a Sud, su due aree ritenute di notevole interesse naturalistico e geologico: la scogliera d’Armisi, dove insiste anche uno storico stabilimento balneare, e la foce del torrente Acquicella. Varie sigle hanno sollevato preoccupazioni per i possibili impatti su due ecosistemi considerati particolarmente delicati, nonché sulla legittimità stessa degli interventi previsti.

Il rapporto tra Catania e il mare

Al di là di questi rilievi, su cui probabilmente sarà chiamata a esprimersi la magistratura, sulla città di Catania aleggia uno spettro ogni volta che si parla di intervenire a ridosso della riviera. C’è un pregiudizio consolidato e comprensibile. Negli anni il rapporto con il mare è stato gravemente compresso per svariati motivi, a partire dall’antica scelta di realizzare i binari ferroviari lungo la linea di costa. Nel tempo i problemi si sono aggravati tra l’inquinamento conseguente alla mancata depurazione, l’abusivismo edilizio e la cementificazione selvaggia. Non sorprende, per esempio, che a molti catanesi sia apparso come l’ennesimo sopruso la costruzione della Cittadella giudiziaria sulle ceneri dell’ex Palazzo delle Poste, là dove era spuntata, tra lo stupore generale, quella che poteva a buon diritto definirsi una delle più belle piazze della città. È durata poco, come sappiamo. Anche per questo sul tema della “vista mare” sta montando una coscienza civica e c’è una parte di Catania che vuole dire la sua.

L’avvio della fase operativa del Prp

Tornando allo scalo marittimo etneo – un’area che comunque, va precisato, ha la sua autonomia e le sue prerogative – è evidente l’urgenza di un suo riordino, con tanti spazi da ripensare. Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale, Francesco Di Sarcina, nel corso de “L’’intervista” su Rei Tv, ha ricordato di essere stato sempre disponibile al dialogo con la società civile e ha aperto le porte anche per i prossimi mesi. Da gennaio, infatti, si entrerà nella fase realizzativa del Prp che, rispetto alla prima versione presentata, ha ridotto l’edificazione prevista da quasi 4 milioni e mezzo di metri cubi a poco meno di un milione e mezzo.

La priorità dei finanziamenti e la demolizione dei silos

La prima sfida è intercettare i finanziamenti. “Un piano regolatore si sviluppa in diversi anni – afferma al Quotidiano di Sicilia il presidente Di Sarcina – anche perché non è pensabile fare un unico mega cantiere in tutto il porto, significherebbe bloccarlo. Faremo una scala di priorità e realizzeremo progressivamente le varie opere previste”. Uno dei primi cantieri che vedrà la luce nell’anno nuovo è quello per lo smantellamento dei silos. “Ci auguriamo fortemente che vengano abbattuti da gennaio – spiega ancora Di Sarcina al nostro giornale -. È in corso la conferenza dei servizi per approvare il progetto di demolizione redatto dalla ditta. Ci vorranno alcuni mesi. Con una stima prudente ritengo che vedremo l’area libera da tali manufatti entro il 2026”.

Viabilità e nuove aperture verso il mare

Un primo importante tassello che non solo permetterà di “guadagnare” nuovi scorci di mare, ma rientra in una logica complessiva di miglioramento della viabilità nel medio periodo. Si tratta del “combinato disposto”, come lo definisce Di Sarcina, di due interventi. Da una parte, la rotonda del parco del Faro verrà snellita dal traffico di mezzi pesanti grazie al tunnel che verrà realizzato tra il nuovo varco Sud e l’asse dei servizi; dall’altra, la demolizione dei silos consentirà all’autorità portuale di arretrare il muro di cinta del porto di dieci metri, lungo la via Domenico Tempio fino a piazza Borsellino, consentendo così di allargare quell’imbuto che si crea puntualmente all’altezza dell’ex Mulino di Santa Lucia.

La nuova passeggiata del molo di Levante

Quello che, però, già dall’anno prossimo i catanesi e i turisti potranno toccare con mano è la nuova passeggiata sul molo di Levante. Sebbene i lavori in corso sulla diga foranea non abbiano nulla a che fare con il Piano regolatore, la stessa potrebbe esserne coinvolta in futuro. Nel Prp, infatti, è previsto che una parte della diga venga tagliata per connettere la darsena yacht (quella che insisterebbe su parte della scogliera d’Armisi) al porto nuovo. “Sono in corso i lavori per rendere la diga resistente alle mareggiate. Contiamo di finire questo lavoro e dunque di consegnarla a metà dell’anno prossimo, indipendentemente dall’avvio o meno di altri interventi. Poi, se un domani la dovremo tagliare, ne parleremo. Ma intanto riapriamo un altro pezzo di porto alla città”.

Nella relazione al piano regolatore si legge che, in caso di taglio, è prevista “la creazione di un collegamento sopraelevato solo pedonale, con fattezze architettoniche rilevanti in considerazione della sua visibilità, che potrebbe ospitare, oltre i camminamenti, anche qualche attività di ristorazione o in generale ricreativa”.

Le aree esterne al porto e il nodo della Civita

In attesa di vedere i progetti esecutivi, sullo sfondo resta tutta l’area esterna allo scalo marittimo. Il Comune ha recentemente annunciato l’avvio della riqualificazione di via Porta di Ferro e di altre strade limitrofe della Civita, con l’obiettivo di ricucire il “rapporto tra il centro storico e il mare” e, di fatto, creare una passeggiata che possa portare i turisti dalle crociere direttamente nel cuore della città. Critiche sono già arrivate da alcuni residenti che accusano l’amministrazione di voler gentrificare il quartiere, rendendo più difficile l’accesso alle loro abitazioni.

Il nodo Catania e la cintura ferroviaria

Più lunga appare la strada per la risoluzione dell’annoso “nodo Catania”, cioè la liberazione della città dalla cintura di ferro che parte da piazza Europa e passa sopra gli Archi della Marina. Per risolverlo servono parecchi quattrini, si parla di oltre un miliardo di euro. Le notizie che arrivano da Roma, però, non sono al momento confortanti. Stando a quanto dichiarato lo scorso giovedì dal segretario regionale del Pd e capogruppo in Commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, la maggioranza ha bocciato un emendamento al Dl economia presentato dai democratici per il finanziamento dell’opera. Insomma il Nodo, per ora, resta nel pettine.