Il Cigno verde chiude all’ipotesi di smaltimento e chiarisce: “Nessuna minaccia per l’isola, è ad alto rischio sismico e distante dai siti di produzione delle scorie"
Una nuova mappa per gli italiani,
questa volta non sanitaria ma che desta comunque preoccupazione tra le regioni.
La Sogin, la società italiana responsabile della gestione e messa in sicurezza
dei rifiuti radioattivi, ha pubblicato nei giorni scorsi la Cnapi, la
carta dei luoghi potenzialmente idonei ad ospitare lo stoccaggio nazionale.
Tra le regioni designate anche la
Sicilia – selezionate le aree di Calatafimi, Segesta, Castellana, Petralia e
Butera – che si è mossa contestando apertamente e bollando come “irragionevoli
e prive di fondamento” le proposte della Carta nazionale.
Preoccupazioni lecite che, però,
vengono smorzate dal presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco
Zanna, intervenuto oggi ai microfoni di QdS.it che rassicura i siciliani
sul possibile stoccaggio nell’isola dei rifiuti tossici: “Difficile che il sito
nazionale scelto sia nella nostra regione, perché quelle zone siciliane sono ad
alto rischio sismico. Le 67 aree indicate nella Cnapi sono frutto di un lungo
lavoro (eseguito da professionisti) che da anni Legambiente reclamava”.
Circa 78mila metri cubi di rifiuti, provenienti dal campo medico-ospedaliero, saranno inseriti nelle celle di quello che sarà il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi, che con il Parco Tecnologico permetterà di sistemare in via definitiva gli scarti di bassa e media attività. Ma servirà ancora parecchio tempo – come precisa Zanna – per capire dove verranno stoccati, se nelle aree piemontesi, sarde, tosco-laziali, pugliesi, lucane o, per l’appunto, siciliane (vedi foto).
La posizione di Sicindustria sui depositi nucleari
Sulla stessa linea della Regione anche Sicindustria che per voce di Gregory Buongiorno, numero uno di Sicindustria Trapani, ha messo sull’attenti le autorità governative siciliane in difesa del proprio territorio, definendo “irricevibile” la proposta di Sogin in quanto: “La Sicilia è ad alto rischio sismico e di dissesto idrogeologico, oltre che geograficamente distante dai siti di produzione delle scorie. Una delle regole principali nello smaltimento dei rifiuti è quella della prossimità, visto che il trasporto comporta sempre dei rischi che in questo caso vengono amplificati dalla natura stessa dei rifiuti. Inoltre la Sicilia è una regione insulare, e questo complica ulteriormente il quadro”.
Una Nimby Sicily dunque, che osteggiando fin dalle prime battute la propria candidatura designata dalla Sogin – tra l’altro è stato creato un Comitato tecnico regionale, presieduto dell’assessore all’Ambiente Totò Cordaro, che dovrà motivare il no alla CNAPI – intende rinunciare alla maxi-operazione “nucleare” da oltre un miliardo di euro e le relative opportunità in termini lavorativi, per una regione che registra un tasso occupazionale del 39,6%.
Gioacchino Lepre