Polemica aperta dopo una seduta monotematica del Consiglio comunale. La ditta responsabile del progetto rassicura su eventuali rischi ma le associazioni ambientaliste non ci stanno
AUGUSTA (SR) – Al via il dibattito sulla realizzazione di un deposito di Gnl (Gas Naturale Liquefatto), per il rifornimento di navi e mezzi su gomma, all’interno della rada di Augusta presso il pontile consortile di Punta Cugno.
Sull’argomento, si è svolta una seduta monotematica del Consiglio comunale megarese aperta a tutte le parti interessate. Presenti il primo cittadino, Giuseppe Di Mare, alcuni assessori, e, da remoto, i rappresentanti dell’Autorità di sistema portuale (Adsp) della Sicilia Orientale, della Capitaneria di Porto, della Marina Militare, dei sindacati, di Confindustria, delle Associazioni ambientaliste e dei portatori di interesse portuali.
I tecnici della ditta Restart hanno illustrato ai presenti il progetto del deposito galleggiante e modulare con moduli auto-propulsi. La capacità complessiva di tutti i moduli sarà pari a 4.800 m3 con la possibilità di aggiungerne di altri ed aumentare la capacità di stoccaggio del Gnl. La durata dei lavori di realizzazione sarà di 18 mesi per un costo di 50 milioni di euro e con 50 occupati diretti e 250 nell’indotto. Sia i tecnici della Restart che il segretario dell’Adsp (ente che ha indetto il bando di gara dell’impianto) hanno rassicurato i presenti da eventuali rischi che potrebbero presentarsi nell’area in cui dovrebbe sorgere il deposito di Gnl.
Le rassicurazioni, però, non hanno convinto i rappresentanti delle Associazioni ambientaliste che si sono tutte pronunciate contro l’ubicazione del deposito all’interno della rada di Augusta. Il rappresentante di Italia Nostra, Giuseppe Schermi, ha confutato la possibilità che il porto di Augusta possa perdere la qualifica di porto core senza il deposito Gnl.
“La direttiva europea 2014/94 all’art.22 parla di combustibili alternativi e non necessariamente di Gnl – ha detto Schermi – . Ad Augusta insistono rischio sismico, rischio esondazione, effetto domino, rischi di incidente rilevante. Transizione energetica non vuol dire aggiungere altri rischi a quelli già esistenti”.
Il rappresentante di Decontaminazione Sicilia, Gianfranco Solarino, dopo aver fatto mettere agli atti un esposto presentato il 23 maggio 2019 alla Procura di Siracusa sui pericoli legati all’ubicazione del deposito Gnl, ha ribadito che non si deve aggiungere una criticità ad altre criticità esistenti ed ha suggerito di realizzare il deposito offshore, in mare aperto, per ridurre i rischi. Sia Italia Nostra che Decontaminazione Sicilia hanno fatto richiesta di un referendum consultivo sul deposito di Gnl.
Enzo Parisi, di Legambiente, ha detto che “Nell’ottica di de-carbonizzazione bisogna ridurre l’impatto delle fonti fossili, quale è anche il Gnl. Quindi bisogna utilizzare idrogeno verde. L’area di Punta Cugno, come riportato nel Piano di Emergenza Esterna stilato dalla Prefettura di Siracusa, presenta ben 10 scenari di rischio incidentale: 8 della Sonatrach (ex Esso) e 2 della Sasol. È improponibile in quell’area un deposito fisso o mobile. Proponiamo di farlo offshore come a Malta o Livorno”.
Favorevoli alla realizzazione dell’impianto, con alcuni distinguo, tutte le altre parti invitate a partecipare. Al termine della seduta il Consiglio comunale ha presentato un documento in cui si chiede di: conoscere i motivi che hanno indotto l’Adsp ad ubicare a Punta Cugno e non altrove il deposito Gnl; inteso che l’impianto possa essere un’opportunità economica per i gestori privati di valutare eventuali compensazioni per il Comune; di instaurare un dialogo costante tra le parti in causa.