CATANIA – Dal tavolo tecnico convocato al Comune di Acicastello per fare il punto sui lavori del collettore, ma soprattutto per pianificare la sua futura gestione non sono emerse grandi novità rispetto al passato. Ma già il fatto che quasi tutti gli attori responsabili si siano seduti a un tavolo per cominciare a ragionare concretamente è stato importante per evitare che una volta che i lavori saranno definitivamente ultimati (sembra entro quest’anno o al massimo nei primi mesi del 2026) questa opera faraonica, che la stazione appaltante, cioè la Regione, consegnerà a cantiere concluso, rischi di restare ancora per molto tempo inutilizzata. Intanto ad Acitrezza è stato già transennato il tratto di lungomare che presto sarà al centro di lavori per la realizzazione dell’ultima stazione di accumulo e sollevamento dei liquami denominata “Gibuti”. Il cantiere rimarrà operativo per all’incirca 3-4 mesi e i disagi non saranno pochi per i residenti.
Il 26 novembre nuovo incontro
Il sindaco di Acicastello, Carmelo Scandurra, al termine del vertice convocato a metà settembre in Comune, in accordo con tutte le parti, ha riconvocato un ulteriore tavolo tecnico per il prossimo 26 novembre. All’incontro sarà presente anche la Sidra, non invitata nel primo tavolo tecnico, perché c’è da superare lo scoglio del transito dei liquami della riviera dal vecchio allacciante di Catania e poi da lì fino al depuratore di Pantano D’Arci. Ma soprattutto l’invito al tavolo della Sidra serve per capire cosa si intende fare per bypassare l’ostacolo del sifone di piazza Galatea, opera costruita per consentire la realizzazione della galleria della metro, ma sembra, purtroppo, con una pendenza al contrario rispetto alla spinta che devono avere i liquami per raggiungere la piana di Catania.
Il sindaco Scandurra si augura che tutti gli enti invitati partecipino all’incontro di fine novembre perché i tempi ormai stringono ed è quindi necessario sciogliere alcuni dei nodi che ancora rendono “ingessata” soprattutto la procedura della futura gestione dell’opera che non sarà impresa facile perché oltre ai costi – non certo irrisori – per il corretto funzionamento delle potenti pompe elettriche di sollevamento, ci sarà da testare anche il perfetto funzionamento della condotta della città capoluogo che poi trasferirà i liquami della riviera facendoli passare sotto la città. Impresa facile a dirsi sulla carta, ma di difficile monitoraggio nella realtà visti i numerosi ostacoli che potrebbero verificarsi.
La Sidra mette le mani avanti
Durante la prima riunione ci sono stati alcuni punti sui quali i tecnici si sono soffermati e alcuni di questi, molto delicati, riguardano proprio l’allacciamento della nuova condotta che arriverà da Acicastello, Acitrezza e da paesi della riviera con il vecchio allacciante di Catania, nel quartiere di Ognina, in cui negli anni scorsi si è lavorato. A chiedere espressamente un coinvolgimento della Sidra alla riunione tecnica è stato il rappresentante della Sie (società Idrica etnea) che ha detto che le condotte interessate al transito dei liquami della riviera in territorio catanese ricadono sotto la competenza della partecipata del Comune di Catania. Per conoscere a che punto è l’iter abbiamo sentito il massimo responsabile della società.
Il presidente della azienda idrica di Catania risponde alle nostre domande sulla prossima riunione del 26 novembre. “Abbiamo avuto l’invito a partecipare al tavolo tecnico di Acicastello, ma non sapevamo esattamente gli argomenti al centro della convocazione che abbiamo avuto svelati solo dalla stampa – spiega il presidente Sidra, Mario Di Mulo –. Comunque ci siamo già messi al lavoro. I tecnici e la responsabile del sistema fognature stanno facendo già una serie di valutazioni tecniche per il transito di questi liquami e la loro percorribilità. Da parte nostra sull’argomento c’è la massima disponibilità, ma è necessario fare prima degli studi per vedere se le condotte della città sono in grado di sopperire alla mole di liquami che verrà immessa dal collettore castellese”.
“Si tratta di una questione delicatissima che riguarda la capienza delle nostre condotte e i tanti intoppi che già esistono. Quindi soltanto le relazioni dei tecnici potranno dire se possiamo prenderci o no i liquami della riviera. Inoltre – ha aggiunto il presidente – vorrei precisare che il 15 marzo 2026 si dovrebbero trasferire tutte le competenze di Sidra alla Sie come gestore unico integrato. Non sappiamo, quindi, se sarà possibile effettuare prima i lavori per correggere anche le anomalie del sifone di piazza Galatea”.
Venti milioni e oltre vent’anni, ma siamo ancora all’ahimè
Dell’ormai celeberrimo bypass di piazza Galatea si parla da decenni come uno dei veri ostacoli non soltanto per il pieno funzionamento del futuro collettore castellese, ma anche per il transito e smaltimento dei liquami del lungomare catanese sino al depuratore. L’opera fognaria venne realizzata diversi decenni fa per consentire di realizzare la galleria della linea metro.
Secondo quello che è stato puntualizzato anche nel verbale della prima riunione di Acicastello, la problematica che riguarda il sifone è ancora esistente. Lo riferisce, infatti, il sindaco Scadurra nel documento spiegando di avere già avuto un precedente incontro col commissario unico per la depurazione, Fabio Fatuzzo, e i suoi tecnici i quali “hanno riferito che, prioritariamente, è necessario risolvere la problematica tecnica ancora oggi esistente, del passaggio dei reflui dal sifone di piazza Galatea se si vuole che il collettore funzioni a dovere”.
Ora la problematica viene confermata adesso anche dal presidente della Sidra. “Stiamo studiando questa questione che è nelle mani dell’ing. Caudullo – aggiunge -. Chiaramente ci confronteremo anche con il commissario unico per la depurazione, Fatuzzo, per il lavori che dovranno essere effettuati. Qualsiasi cosa potremo fare per la cittadinanza e la collettività noi la faremo, ma dobbiamo tenere conto che prendere in carico lavori importanti necessità una pianificazione tenendo conto dell’orizzonte temporale che abbiamo, sulla scorta dello statuto e di quello che sarà il cronoprogramma della convenzione stipulata tra Ati e Sie”.
Un’opera fognaria con pendenza errata
Venti anni fa quando sulla poltrona di sindaco sedeva Raffaele Stancanelli il nodo del sifone realizzato sotto piazza Galatea era già emerso diventando argomento di articoli di giornale. In quel periodo a sollevare il tema che il transito dei liquami sarebbe stato ostruito da questa opera erano stati alcuni ingegneri idraulici della città. Era emerso che una delle condotte del sifone, in fase di realizzazione per consentire la successiva costruzione della galleria metro, sarebbe – usiamo il condizionale– stata realizzata con una pendenza al contrario. Anomalia che potrebbe ancora oggi rendere difficile, per non dire quasi impossibile, il transito di liquami senza una spinta elettrica dal basso.
La vicenda divenne talmente “interessante” che l’allora assessore del Comune, avv. Gaetano Tafuri, sembra in accordo con la Fce, liberò il sifone attraverso il pompaggio dei liquami con l’ausilio di automezzi spurgo pozzi neri. Da allora però non risulterebbe che siano stati effettuati lavori risolutivi, né quantomeno interventi per testare la piena funzionalità dell’opera. Un anno fa il commissario unico per la depurazione, Fabio Fatuzzo, che allora era anche presidente della Sidra, azienda da cui dipenderebbe proprio il sifone, dichiarò alla stampa che anche lui aveva provveduto a spurgare il sifone in attesa di lavori di correzione della pendenza. Poi lui si dimise dalla carica di presidente Sidra e tutto rimase senza risposta.
Dalla riunione del 26 novembre si attendono quindi risposte che permettano di bypassare tutti gli ostacoli che ancora oggi ci sono sul tavolo del collettore. Altrimenti qualcuno dovrà dire come mai si è deciso di spendere all’incirca 20 milioni di euro di denaro pubblico per un’opera fognaria che ha come obiettivo il trasferimento dei liquami della riviera a distanza di 25 chilometri. Più che un viaggio, una Odissea che rischia già di puzzare lontano un miglio…

