Un decesso per "arresto cardiaco" che però genera molti sospetti nella famiglia, che hanno fotografato la salma dopo averla trovata piena di ferite ed ematomi.
Si indaga sulla morte di Ivan Domenico Lauria, detenuto originario di Messina che è deceduto lo scorso venerdì al carcere di Catanzaro. Ufficialmente, sarebbe morto per “arresto cardiaco“; tuttavia, le numerose ferite trovate sul corpo del 28enne fanno pensare che possa esserci dell’altro dietro il decesso.
A breve si attende il conferimento dell’incarico per l’autopsia sul corpo del giovane messinese per chiarire le circostanze del decesso.
Si indaga sulla morte di Ivan Domenico Lauria nel carcere di Catanzaro
La Procura calabrese ha accolto la denuncia presentata dai familiari del 28enne di origine messinese, assistiti dall’avvocato Pietro Ruggeri, per indagare e scoprire la verità sul decesso del giovane “per arresto cardiaco“.
La madre di Ivan Domenico Lauria avrebbe scattato numerose foto alla salma del 28enne, mettendo in evidenza l’anomala presenza di ferite, ematomi e tracce di sanguinamenti in diverse parti del corpo. Questo elemento avrebbe spinto la donna a denunciare tutto alle autorità e chiedere maggiori indagini per scoprire la verità sul decesso del figlio.
Ivan aveva 28 anni, era tossicodipendente e invalido civile al 75% con gravi problemi di salute mentale e scontava un cumulo di pene per circa 11 anni di detenzione. Pare che in passato la madre – amministratrice di sostegno del giovane – avesse chiesto il trasferimento in una struttura più adeguata alle sue patologie, che potesse permetterle anche di raggiungere con facilità il figlio e accudirlo adeguatamente.
Garante per i diritti dei detenuti: “Fare chiarezza”
Lucia Risicato, garante per i detenuti, ha sollecitato chiarezza per la vicenda di Ivan Domenico Lauria, una vicenda che continua a testimoniare “la situazione drammatica delle carceri italiane“, tra sovraffollamento, suicidi in aumento, aggressioni e – purtroppo – anche decessi dai contorni poco chiari come quello del 28enne siciliano.
“Siamo di fronte a una sconfitta dello stato di diritto“, ha dichiarato Risicato, chiedendo massima chiarezza, necessaria non solo per la famiglia e per i detenuti, ma anche nell’interesse degli operatori di polizia penitenziaria “che agisce in condizioni spesso difficilissime condividendo i disagi dei detenuti”.
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Immagine di repertorio