La guardia durante il giro di controllo lo avrebbe visto steso sul materasso come se dormisse. Il magistrato di turno ha disposto l'autopsia
“Questo è mio fratello Paolo è morto ieri mattina in carcere a soli 29 anni in circostanze molto misteriose dopo 5 giorni che è stato arrestato sentiva molti dolori le ultime cose che mi aveva detto era che la polizia lo aveva picchiato”. Esordisce così nel suo post su Facebook Zakaria Harfachi, di origini marocchine, per commentare la morte del fratello Osama Paolo Harfachi nel carcere di Foggia. Sul social viene pubblicata anche la foto del detenuto deceduto. Con i genitori ha presentato una denuncia ai carabinieri. “Il carcere non ci ha informato di niente né all’arresto né alla morte – continua Zakaria – chiedo giustizia, verità, qualsiasi cosa è successo. Qualsiasi persona entri in carcere ha il diritto di vivere, arriverò a Strasburgo. Stanno intervenendo parecchie associazioni – annuncia – perché i fatti non sono chiari, ci sono molti punti interrogativi. Condividete il più possibile, aiutatemi a trovare i responsabili: fino al mio ultimo giorno di vita farò tutto quello che devo fare, aiutatemi, vi prego, vi scongiuro, voglio che si espanda dappertutto giustizia”.
Il decesso secondo la ricostruzione del sindacato Sappe
Secondo il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria il decesso è avvenuto il 18 ottobre. Il detenuto, spiega il segretario nazionale del sindacato degli agenti penitenziari, Federico Pilagatti, ” è stato trovato morto nella stanza che condivideva con altri detenuti”. Harfachi era stato arrestato “qualche giorno prima per una rapina”. Inoltre “avrebbe passato la trafila prevista dalle norme vigenti in materia di prevenzione di covid, e poi sistemato in una stanza insieme ad altri detenuti che non si sarebbero accorti di nulla. Infatti l’allarme è stato dato dal poliziotto addetto alla sezione che verso le ore 8 circa effettuando il giro di controllo, lo avrebbe visto steso sul materasso come se dormisse. Subito dopo è ripassato e non ricevendo alcuna risposta dallo stesso, avrebbe dato l’allarme con l’intervento immediato dei sanitari che ne avrebbero constatato la morte”.
Il magistrato di turno ha disposto l’autopsia
“Per eliminare qualsiasi sospetto il magistrato di turno – sottolinea Pilagatti – avrebbe disposto l’autopsia del cadavere da parte di un medico legale, nonché provveduto ad interrogare i compagni di stanza della stanza nonché i poliziotti in servizio. Per cui stiano tranquilli i genitori del detenuto morto – afferma – poiché è stato fatto tutto quello che era necessario per chiarire il tragico accadimento, con la magistratura che non ha aspettato la loro denuncia per aprire un fascicolo sulla vicenda”. Il Sappe, oltre che “attendere con fiducia i provvedimenti che il magistrato adotterà, pur comprendendo il dolore per la perdita di un figlio, non può non sottolineare che deve finire questa caccia al poliziotto penitenziario, poiché da anni a questa parte sono i lavoratori penitenziari che vengono fatti oggetto quasi giornaliero di aggressioni, tra l’indifferenza di tutti, e violenza varia da parte dei detenuti, che in molte occasioni hanno richiesto il ricovero in ospedale con danni permanenti”.