Colloqui di Conte con i vicepremier e Mattarella: il Governo andrà avanti
ROMA – La crisi ufficialmente non si è aperta, ma il premier Giuseppe Conte ha lavorato tutta la giornata di ieri per sondare (e sedare) le anime del Governo, nonché per dare rassicurazioni sulla tenuta della maggioranza al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che come al solito osserva in silenzio dal colle.
La mattina di Conte inizia con un colloquio fiume, circa due ore, con Matteo Salvini, il quale continua a ripetere come un mantra la sua volontà di tenere fede al contratto di Governo. “Con il premier – ha spiegato ai cronisti il vincitore delle elezioni europee – c’è stata piena sintonia sulle tante cose da fare. Ma gli ho detto di fare presto e bene”. Un messaggio che il prof di diritto prestato alla politica ha riferito più tardi all’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che nella giornata di ieri ha incassato l’appoggio di tanti colleghi, ma soprattutto quello di Beppe Grillo: “Luigi non ha commesso un reato, non è esposto in uno scandalo di nessun genere – ha detto il fondatore del Movimento -. È già eccessiva questa giostra di revisione della fiducia. Deve continuare la battaglia che stava combattendo prima”.
In questo clima il voto sulla piattaforma Rousseau, annunciato dallo stesso Di Maio per confermare o meno la sua leadership, appare una formalità dall’esito scontato: “Chiedo di mettere al voto degli iscritti il mio ruolo di capo politico, perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato”, scrive su facebook il ministro del Lavoro.
La sensazione è che il Governo, almeno per il momento, proverà davvero ad andare avanti. La conferma arriva dal presidente del Consiglio, dopo il colloquio con il Capo dello Stato. “Il Governo del cambiamento deve ancora completare buona parte del suo programma – afferma Conte – Ho elaborato un’agenda fitta di misure e provvedimenti da attuare che ci impegnerà per il resto della legislatura”.
“Ho raccolto – aggiunge in una nota – le indicazioni dei vicepresidenti sulle misure di governo che stanno a cuore alle rispettive forze politiche e, per parte mia, ho riassunto le varie iniziative e i vari provvedimenti che giudico assolutamente strategici per il bene del Paese”.
“Ho chiesto a entrambi i vicepresidenti – conclude il premier – di accelerare i confronti e le valutazioni che sono in atto nell’ambito di ciascuna forza politica, in modo da poter ripartire già nei prossimi giorni con chiarezza di intenti e determinazione di risultati”.
Certo è evidente dalle ultime dichiarazioni quanto sia già cambiato il ruolo di Salvini, il quale si gode la scena dalla sua nuova e spaziosa suite con vista sulle prossime elezioni politiche. “Se nei cinque stelle – avrebbe detto il leader del Carroccio a Montecitorio durante una riunione con i suoi parlamentari – prevalesse la linea della barricata e del no a ogni costo valuteremo, io voglio lavorare. La maggioranza c’è ed è questa”. Il punto è che i “No” a cui si riferisce Salvini riguardano alcune questioni su cui difficilmente i pentastellati potranno vendere la pelle: dalla Tav al caso Rixi. Si va avanti, ma la navigazione sarà tutt’altro che tranquilla.