Home » Forum » VIDEO | Di Sarcina: “A Catania una zona portuale ampiamente aperta alla città”

VIDEO | Di Sarcina: “A Catania una zona portuale ampiamente aperta alla città”

Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del vice direttore Raffaella Tregua, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale, Francesco Di Sarcina.

All’interno del porto di Catania, negli ultimi anni, c’è stato grande fermento dal punto di vista degli investimenti. In che modo state procedendo?
“Abbiamo cercato di essere coerenti con gli impegni assunti, portando avanti tutte le opere previste e finanziate nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Mi riferisco, in particolare, alla ristrutturazione della diga foranea, all’implementazione del cold ironing e alla riparazione della darsena traghetti. Tutti questi interventi sono stati avviati. Sulla diga foranea, in particolare, è attivo un cantiere che entro i primi mesi del prossimo anno porterà a compimento i lavori. Alla scadenza del mio mandato, l’anno prossimo, mi auguro di poter lasciare alla città ciò che avevo promesso, cioè una diga foranea pienamente funzionale, da dove non tracimano più le onde, come purtroppo accadeva in passato. Il risultato finale sarà una struttura sicura, pavimentata, arredata e illuminata, dotata di un parapetto e concepita anche come spazio fruibile dalla cittadinanza. Nella mia idea, con una consegna stimata per marzo 2026, la passeggiata sulla diga prevede anche tre punti attrezzati: uno all’inizio, uno al centro e uno alla fine. In ciascuno di questi si potranno prevedere spazi per la ristorazione, attrezzature per l’attività sportiva all’aperto e la fruizione di una piazza. Prima di rendere pubblica questa visione, intendo confrontarmi con il sindaco. Il mio auspicio è quello di poter inaugurare una diga foranea che non sia solo un’infrastruttura, ma anche uno spazio vivo e vivibile per la città”.

Capitolo Piano regolatore portuale: il Consiglio comunale di Catania ha dato parere positivo, ma le associazioni hanno annunciato esposti e ricorsi. In particolare è stata oggetto di critiche la realizzazione di un porto turistico nell’area dove insiste il lido Scogliera D’Armisi. C’è ancora spazio per sedersi attorno a un tavolo e trovare una soluzione condivisa?
“La risposta è: ‘Ni’. Tutto è possibile, a patto che ci si sieda a un tavolo con la volontà di comprendere le reciproche posizioni. Da un lato c’è l’Amministrazione pubblica, che tutela l’interesse collettivo; dall’altro c’è il privato, che tutela legittimamente i propri interessi. Purtroppo, fino a oggi, nessuno si è preso davvero il tempo di leggere il progetto nella sua interezza. È importante chiarire che non arriveremo a toccare la scogliera, l’intervento si fermerà prima, sul muro di sostegno. Oggi a Catania manca un porto pubblico: porto Rossi e il porto di Ognina sono strutture private. Rispetto al dibattito, ricordo che attendiamo ancora due pareri fondamentali: uno dal ministero dell’Ambiente, relativo alla Valutazione ambientale strategica (Vas), e uno dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Entrambi potrebbero arrivare dopo l’estate. Una volta acquisiti, anche se positivi ma accompagnati da prescrizioni, procederemo con gli adeguamenti necessari, confermando che il Piano regolatore del porto è espressione dell’Ente di governo del porto stesso, non la proposta di un privato al Comune. Il Piano regolatore portuale persegue l’interesse pubblico. Per questo motivo l’interesse dei privati non può prevalere. Inoltre, questo, è l’unico piano, fino a oggi, che ha previsto un’apertura così ampia della zona portuale alla città. Conto di approvare la versione definitiva, che integrerà osservazioni e pareri, entro la fine del mio mandato. Si tratta di uno strumento atteso da oltre cinquant’anni. L’alternativa all’approvazione è il lento declino dell’infrastruttura”.

Da sempre Catania punta a consolidare la propria immagine come destinazione turistica internazionale. In questo contesto, quali sono i numeri previsti per la stagione crocieristica che proprio in queste settimane si appresta a entrare nel vivo?
“Il traffico crocieristico a Catania è in crescita. Per quest’anno sono attesi circa 215.000 passeggeri, grazie soprattutto agli approdi di Costa Crociere e Royal Caribbean. Msc, invece, ha scelto di puntare su Messina e Siracusa. Ugualmente, ci sono ancora alcuni aspetti su cui è necessario intervenire per rendere lo sbarco a Catania realmente attrattivo. Quando un turista internazionale trova un porto efficiente e una città accogliente, è più propenso a tornare e, soprattutto, a generare un passaparola positivo che rafforza l’immagine della destinazione”.

Verso una gestione dell’organizzazione che si ispira anche al modello Barcellona

Il Porto di Catania, che ha una forte vocazione commerciale, potrebbe incarnare lo stesso spirito del porto di Barcellona?
“Barcellona non è una piccola città e certamente non è paragonabile a Catania per dimensioni, ma la logica alla base della gestione dell’organizzazione del suo porto può essere adattata anche alla nostra realtà. Proprio come previsto nel Piano regolatore del porto di Catania, anche a Barcellona è stato creato uno spazio urbano integrato nel porto, privo di attività commerciali, pensato per la fruizione pubblica. Allo stesso modo, nella città iberica esistono porticcioli minori simili ai nostri porto Rossi e Ognina, con funzioni più ridotte e specializzate. Barcellona, inoltre, ha affrontato e risolto temi ambientali rilevanti, come lo spostamento di un’oasi faunistica. In linea con questo approccio, anche noi abbiamo posto come condizione preliminare del Prp l’ambientalizzazione della foce del fiume Acquicella. La foce sarà sistemata e valorizzata, diventando il nuovo limite naturale e funzionale del porto. A chi ha paura che si possa alterare il corso del fiume, va ricordato che l’Acquicella è già oggi completamente imbrigliato e canalizzato. Il nostro intervento punta a migliorare e riqualificare, non a compromettere”.

Quali sono le soluzioni che state adottando per rendere il porto di Catania sempre più integrato nel sistema città?
“Un altro aspetto importante della nuova darsena è la possibilità di trasferire tutte le attività attualmente collocate lungo via Domenico Tempio nell’area destinata al diporto. Questo permetterebbe di liberare completamente quella fascia urbana, demolire le strutture esistenti e arretrare la recinzione portuale, restituendo alla città una striscia di circa dieci metri lungo via Domenico Tempio. Sarà il Comune, a quel punto, a decidere come valorizzare questo spazio recuperato. La nuova darsena ha anche l’obiettivo di razionalizzare le attività cantieristiche legate al diporto, oggi distribuite in modo disomogeneo: verranno finalmente concentrate nell’area dedicata. Attualmente, queste funzioni sono separate e ciò non ha alcuna logica né funzionale né urbanistica”.

VIDEO | Di Sarcina: “A Catania una zona portuale ampiamente aperta alla città”

Siracusa, Augusta e Pozzallo dal turismo al traffico merci

Catania, Siracusa, Augusta e Pozzallo: sono i quattro scali di competenza dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia orientale. In che modo state cercando di integrarli per renderli complementari e sfruttare positivamente le sinergie?
“A Catania passeranno ancora alcuni anni prima che il Piano regolatore del porto si realizzi pienamente, ma è fondamentale che i segnali del cambiamento inizino ad arrivare subito. Alcuni interventi sono già in fase avanzata: la nuova diga foranea, la passerella protetta per l’accesso ai terminal crocieristici, i nuovi parcheggi portuali e la demolizione delle strutture obsolete. Catania continuerà a svolgere un ruolo strategico per il traffico passeggeri, con traghetti e crociere. Ad Augusta, invece, è già stato completato lo spostamento dei container e il traffico merci sta crescendo. Lì confluiscono anche le attività commerciali generiche, come il trasporto di rinfuse, acciaio e pale eoliche. A Siracusa ci concentreremo sul traffico crocieristico, con una visione complementare rispetto a Catania: la prima potrà accogliere navi di dimensioni più contenute, mentre la seconda sarà attrezzata per le unità più grandi. Pozzallo è un porto a vocazione commerciale, con un collegamento stabile con Malta e un ruolo di supporto per Augusta, in particolare per container e rinfuse. Grazie all’autostrada, oggi è meno periferico rispetto al passato e serve in maniera più efficace l’intera provincia di Ragusa per le sue esigenze. La costituzione dell’Autorità di Sistema Portuale, che ha integrato anche i porti di Siracusa e Pozzallo, si è rivelata una scelta lungimirante. Questa struttura, oggi, ha una sua dignità all’interno della Regione. Infatti, se in passato mancava la forza contrattuale di Palermo, oggi siamo in grado di competere su un piano più equilibrato. Da un punto di vista politico e negoziale, questo nuovo assetto ha un peso specifico. Occorrerà, certo, non far mancare mai una leadership politica capace di far valere questa forza. Ma intanto le basi sono state gettate: il cambiamento ha già cominciato a prendere forma”.