La Dia sequestra beni per 4 milioni a un commercialista di Gela

Truffa ai danni dello Stato: la Dia sequestra beni per 4 milioni a un commercialista di Gela

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Truffa ai danni dello Stato: la Dia sequestra beni per 4 milioni a un commercialista di Gela

Redazione  |
mercoledì 19 Ottobre 2022

L'uomo è stato condannato a due anni e un mese di reclusione per associazione per delinquere, falsita materiale e truffa ai danni dello Stato

Beni e società per oltre 4 milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia a un noto commercialista e consulente fiscale di Gela, Salvatore Cascino, con precedenti penali per gravi illeciti fiscali commessi nel nord Italia nell’ambito della sua professione. Il decreto di confisca definitiva è stato emesso dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Caltanissetta su proposta della Procura di Gela. In particolare il professionista, nel settembre del 2010, è stato destinatario di provvedimento cautelare, emesso dal gip di Brescia, per associazione per delinquere, falsità materiale e truffa ai danni dello Stato mediante indebite compensazioni tributarie, reati per i quali è stato condannato a due anni e un mese di reclusione.

“Un’ulteriore serie di condotte oggetto di altri procedimenti penali con riferimento a fattispecie di tipo economico-fiscale, nonché l’assidua frequentazione di soggetti gravati da pregiudizi penali della stessa natura, hanno consentito di sostanziare a suo carico la figura di ‘soggetto socialmente pericoloso'”, spiega la Dia. Gli accertamenti che hanno portato oggi alla confisca del beni proseguono indagini risalenti al 2009, condotte sempre dalla Dia, che avevano consentito non soltanto di accertare “la sproporzione tra l’elevato tenore di vita del commercialista e il consistente patrimonio immobiliare posseduto rispetto agli esigui redditi dichiarati al fisco, ma di ritenere che gli ingenti compensi, frutto delle attività illecite poste in essere, siano stati dall’uomo reinvestiti in lucrose attività imprenditoriali nel settore turistico-alberghiero”.

La confisca, il cui valore complessivo supera i 4 milioni euro, ha interessato una lussuosa struttura agro-venatoria nel Comune di Piazza Armerina (Enna), con una riserva di caccia di 30 ettari, un salone ristorante e 7 residence costituiti da caseggiati prestigiosamente ristrutturati risalenti all’800, nonché 74 tra fabbricati e terreni, quote societarie in due società di Gela, autoveicoli e rapporti bancari.

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