La medicina deve adeguarsi alle nuove condizioni, alle nuove richieste che modificano il rapporto medico-paziente
Ai tempi del Covid tutto si è modificato: la visione della vita, i rapporti interpersonali. Questa è la considerazione generale che deve fare i conti con la percezione delle malattie, quelle che per un anno sono state apparentemente “trascurate” a causa dei reparti affollati per Covid. I medici si sono trovati e si stanno trovando con un numero di pazienti che presentano comorbilità e complicazioni di varia natura, perchè se non è il Covid, altre patologie affliggono le persone.
La gente vuole conoscere molto di più e la ricerca di informazioni sul web da parte dei pazienti che cercano risposte è cresciuta esponenzialmente, anche per la confusione generata dalle notizie, dalle interviste rilasciate dai vari specialisti che ad ogni tratto esprimevano la loro.
Certo non possiamo affermare che l’informazione tratta dal web sia esaustiva e/o “scientifica”, crea più danni e confusione che mai, ma a suo modo contribuisce ad accorciare le distanze con il medico, a far si che l’autonomia di pensiero del paziente possa trovare un confronto con gli operatori sanitari, anche se in parte virtuale. Altrettante domande vengono poste agli specialisti, ai medici di medicina generale che devono cercare di arginare i perniciosi dubbi che aggrediscono i pazienti. Quale trattamento, quale farmaco, cosa fare? La medicina deve adeguarsi alle nuove condizioni, alle nuove richieste che modificano il rapporto medico-paziente.
I medici dal canto loro devono rivedere le loro conoscenze, il modo di porgersi verso un paziente molto più preoccupato e non esclusivamente centrato sulla patologia fisica, ma anche su quella psicologica. La depressione, la paura, la preoccupazione hanno un peso ben preciso, determinante per la qualità della vita. Ci si sta preoccupando molto dello stato d’animo, della stanchezza che aggredisce le nostre giornate costringendoci a tensioni insopportabili.