“La guerra a Gaza deve finire ora“: è questo l’appello che arriva dalla dichiarazione firmata dai ministri degli Esteri di 25 Paesi, tra cui l’italiano Antonio Tajani per porre fine a una strage che da ormai troppo tempo devasta una popolazione – quella palestinese – e ha dato vita a una crisi umanitaria tra le più gravi del nostro secolo.
Una dichiarazione lungamente attesa e probabilmente anche frutto degli ultimi tragici sviluppi della fase della guerra israelo-palestinese iniziata nel 2023 con lo shabbat di sangue del 7 ottobre. La fine di quella che è passata alla storia come “guerra dei 12 giorni” tra Israele e Iran, con l’intervento diretto degli USA e una pace lampo i cui effetti sugli equilibri già fragili nel cosiddetto Medio Oriente sono ancora da definire, non ha posto fine a un incubo che si protrae da decenni. Nelle scorse ore, infatti, si è verificata la prima incursione di terra dell’Idf – l’insieme delle forze armate israeliane – a Deir Al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Un attacco mortale, che si aggiunge alla lista di atrocità subìte dalla popolazione di Gaza, dalle bombe all’emergenza fame.
La dichiarazione internazionale per la fine della guerra di Gaza
I Ministeri degli Esteri di 25 Paesi hanno deciso di agire. E lo hanno fatto con una dichiarazione congiunta, firmata da Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Giappone, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera. Un mondo intero che chiede la pace in un lembo di terra che, per quanto piccolo, è simbolo di una grande strage e di un disastro – oltre che geopolitico – umanitario, sociale ed economico.
“La sofferenza dei civili a Gaza ha raggiunto livelli insostenibili. Il modello adottato dal governo israeliano per la distribuzione degli aiuti è pericoloso, alimenta l’instabilità e priva i cittadini di Gaza della loro dignità umana”, si legge all’inizio della dichiarazione. Il modello Israele non regge, conferma la comunità internazionale, e provoca solo morte, fame e distruzione: “È agghiacciante che oltre 800 palestinesi siano stati uccisi mentre tentavano di accedere agli aiuti”.
Allo stesso tempo, non si dimenticano gli ostaggi israeliani in mano a Hamas dal 2023, che “continuano a subire terribili sofferenze“.
La richiesta
La comunità internazionale è chiara: serve lo stop definitivo della guerra a Gaza. L’appello nella dichiarazione è netto e non ammette altre soluzioni che la diplomazia, che – per quanto sembri “morta” di fronte alle tensioni geopolitiche intensificatesi negli ultimi anni – continua a essere la speranza della popolazione globale: “Esortiamo le parti e la comunità internazionale a unirsi in uno sforzo comune per porre fine a questo terribile conflitto, attraverso un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente. Ulteriori spargimenti di sangue non servono a nulla. Ribadiamo il nostro pieno sostegno agli sforzi di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per raggiungere questo obiettivo. Siamo pronti ad adottare ulteriori misure a sostegno di un cessate il fuoco immediato e di un percorso politico che garantisca sicurezza e pace per israeliani, palestinesi e l’intera regione”.
Attenzione, però. I 25 Paesi firmatari della dichiarazione chiedono lo stop della guerra a Gaza ma al tempo stesso si oppongono “fermamente a qualsiasi misura che implichi un cambiamento territoriale o demografico nei Territori palestinesi occupati”. “Il piano di insediamento E1 annunciato dall’Amministrazione Civile israeliana, se attuato, dividerebbe in due il futuro Stato palestinese, costituendo una palese violazione del diritto internazionale e compromettendo gravemente la soluzione dei due Stati – si legge nel documento -. Nel frattempo, la costruzione di nuovi insediamenti in tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, ha subito un’accelerazione, mentre le violenze da parte dei coloni nei confronti dei palestinesi sono aumentate drasticamente. Tutto ciò deve cessare”.
I numeri
La dichiarazione per il cessate il fuoco a Gaza rappresenta una presa di coscienza di fronte a dati spaventosi: oltre 800 palestinesi morti mentre tentavano di accedere agli aiuti umanitari essenziali, 46.913 morti dal 7 ottobre 2023 al 19 gennaio 2025, feriti che neanche si contano più, una popolazione intera – più di 2 milioni di abitanti – ridotta alla fame. E sono dati, purtroppo, parziali.
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