“Hanno sbagliato perché non si fa sesso in gruppo, in strada, come i cani. Ma non è stato stupro. Non sono dei mostri“: a parlare sono le mamme di tre degli indagati per lo stupro di gruppo del Foro Italico a Palermo del luglio dell’anno scorso.
Loredana Mamone, Ornella Valenti e Francesca Mortillaro – rispettivamente mamme di Gabriele Di Trapani, Angelo Flores e Christian Maronia, tre dei sette indagati – disapprovano il loro comportamento, ma li difendono pubblicamente parlando ad alcuni siti e sostengono che non ci sia stato alcuno stupro.
Stupro del Foro Italico, parlano le mamme degli indagati
“Hanno sbagliato perché non si fa sesso in gruppo, in strada, come i cani. Ma non è stato stupro. Non sono dei mostri (…) I nostri figli hanno sbagliato perché non si va in sette con una donna”, dicono le tre madri.
Parlano anche degli insulti ricevuti per strada e soprattutto sui social dopo la diffusione della notizia dello stupro: “Mi definivano cagna e prostituta”, racconta la mamma di Angelo Flores. Le donne sono preoccupate per le condizioni dei figli in carcere e pare che nessuna associazione abbia ancora accettato di seguirli in un percorso riabilitativo per “uomini maltrattanti” a causa del “linguaggio disgustoso che hanno usato riferendosi alla ragazza”.
Il racconto delle madri
“Per l’educazione che ho dato a Gabriele non si doveva unire a questo gruppo, non si doveva lasciare coinvolgere, ha sbagliato – afferma la madre – Non ci doveva andare, anche se lei era d’accordo: non si fa sesso così, in gruppo, in mezzo alla strada come i cani”. La donna ammette di aver quasi odiato il figlio dopo aver saputo dell’accusa di stupro, ma di aver capito nei giorni seguenti che “non ha stuprato nessuno”.
La mamma di Christian Maronia parla di un ragazzo “solare, socievole, lavoratore”, tra l’altro con una fidanzata che “non ha mai dubitato di lui” e alla quale lo stesso ha chiesto scusa in una recente lettera, in cui però non ha mai menzionato la vittima del Foro Italico. Al momento dell’arresto, la donna è stata chiara: “Se le cose stanno come racconta questa ragazza dimenticati la mia faccia”, avrebbe detto al figlio.
La madre di Angelo Flores, l’unico degli indagati per lo stupro del Foro Italico di Palermo a conoscere la vittima prima dei fatti e che non avrebbe partecipato alla violenza ma avrebbe assistito filmando tutto, commenta: “Mio figlio ha detto subito ai carabinieri del video: è stato lui a sbloccare il telefonino e a consegnarlo. C’è un altro video in cui ha dei rapporti sessuali con la ragazza, mi ha detto che era sempre lei a chiedere di filmare”.
Poi aggiunge: “Doveva tenere per sé il video, scambiarsi queste cose per vantarsi con gli amici no. Mio figlio deve pagare se ha sbagliato e io ho fiducia nella giustizia”. Ma deve pagare “per ciò che ha realmente fatto”.
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Le scritte al Tribunale di Palermo
Potrebbero essere collegate all’esito dell’indagine sullo stupro di gruppo di Palermo, con le condanne per i sette indagati, ad aver spinto ignoti a imbrattare nelle scorse l’esterno del Palazzo di Giustizia di Palermo con scritte come: “Tribunali stupratori” e “I processi li fate alle vittime”. Sull’episodio, avvenuto a pochi giorni dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, sono in corso le dovute indagini.

