Diciamola tutta: ci facciamo comodo - QdS

Diciamola tutta: ci facciamo comodo

redazione

Diciamola tutta: ci facciamo comodo

Salvo Fleres  |
mercoledì 25 Gennaio 2023

Diciamola tutta: i politici non sono marziani e la democrazia non è una maledizione, che ci viene procurata da una classe dirigente sempre più inadeguata, sempre meno soddisfacente, se non addirittura incompetente e disonesta.

Sì, lo avete capito, come faccio sempre più spesso, giusto per non smentirmi, sto per dire una serie di cose che non sono affatto politicamente corrette e pertanto possono essere considerate sconvenienti o addirittura ingiuste e dolorose: non me ne preoccupo e lo faccio lo stesso, non certo per difendere una categoria della quale ho fatto parte, ma per spingere a tenere un atteggiamento di maggiore buonsenso.

Lamentarsi dei politici che ci governano è comodo e ci fa comodo. Ci fa comodo soprattutto perché ci fa pensare che la responsabilità di quanto accade, nel bene e nel male, ma soprattutto nel male, non è tutta nostra, anzi, che la colpa è sempre di altri e noi ne siamo del tutto estranei.
Che piaccia o no, in realtà, la responsabilità è comunque tutta nostra, anche se oggi lo è un po’ meno, grazie ad una pessima legge elettorale che limita parecchio la libertà di scelta degli elettori rispetto agli eletti, affidandoli ad una oligarchia non sempre lucida o lungimirante e men che meno trasparente.
Oggi, proprio in virtù di una pessima legislazione, si può scegliere, dunque selezionare, solo limitatamente all’offerta che viene proposta dai partiti, e mi viene difficile definirli tali, e l’offerta è sempre meno ampia e sempre più di vertice, anzi, la possibilità di valutare selettivamente è proprio bloccata.
Le liste, infatti, vengono composte esclusivamente sulla base dei consensi o degli “assensi” e non delle qualità del personale politico. Questo modello, di solito, facilita le vittorie elettorali, ma rende complicatissimo, talvolta del tutto impossibile, il governo della cosa pubblica e la soluzione dei problemi dei cittadini.

Non è difficile comprendere, infatti, come la gestione dei problemi, non la loro soluzione, possa fare la fortuna di un manipolo di spregiudicati azzecca garbugli di manzoniana memoria, mentre il governo è tutt’altra cosa e richiede competenze adeguate e comprovate.

Tuttavia i politici non sono marziani e la democrazia, che unita alla libertà, ci fa dire con orgoglio che siamo occidentali e che non abbiamo niente a che vedere con il regime russo, né con quello cinese o con quello della Corea del Nord, rappresenta la miglior forma di governo, fino a prova contraria.

Credo che un Paese migliore si costruisca con una serie di mosse che precedono le scelte politiche e riguardano l’educazione alla partecipazione da parte degli elettori, la comprensione delle scelte che vengono compiute, il reciproco rispetto, dato che proprio la democrazia è sì il diritto a governare di chi ottiene la maggioranza, ma è soprattutto il dovere, sempre di chi ottiene la maggioranza, di rispettare la minoranza, permettendo a questa di ribaltare la situazione, nel rispetto delle regole del gioco.

Per realizzare un simile risultato, la prima mossa da compiere è ammettere che i politici non sono affatto dei marziani, non sono estranei a noi ed ai comportamenti che teniamo, non vengono da un altro pianeta; i politici sono i nostri vicini di casa, i nostri colleghi di lavoro, il nostro medico, e che la democrazia non è una maledizione, perché consegna al popolo il destino del Paese nel quale si vive.
Il popolo, però deve fare la sua parte, che non è quella di “sperare”, ma quella di comprendere e di partecipare.

Pensare il contrario può fare comodo, può darci la sensazione di non avere alcuna responsabilità, ma non serve a stare meglio, né a risolvere le questioni importanti di di una Nazione che vuole rimanere tra quelle più importanti, senza abbassare la qualità della vita dei propri abitanti.
Ridurre la disoccupazione, elevare la qualità dei servizi pubblici, realizzare infrastrutture in grado di contribuire allo sviluppo economico ed al miglioramento della vita di tutti non è cosa da poco e soprattutto non è cosa da azzecca garbugli, né da gestori dei malesseri altrui.

Negare l’evidenza dei fatti serve solo a dare soddisfazione a chi ragiona con i piedi o non ragiona affatto, non certo a chi si alza ogni giorno per andare al lavoro, per poter portare a casa il necessario a sfamare la propria famiglia ed a mandare i figli a scuola.

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