Il processo, inteso nel senso giudiziario del termine, come dice il bravissimo giornalista Davide Giacalone, direttore de “La Ragione”, è una sorta di conflitto non belligerante tra soggetti umani o giuridici. Io, da ex atleta, potrei dire che è come una gara senza l’uso dei muscoli, ma solo delle regole e delle tecniche. Tuttavia, al di là dei termini di paragone, che potrebbero essere tantissimi, il processo è il procedimento attraverso il quale viene esercitata la funzione giurisdizionale, che si conclude con una sentenza. Nel dibattimento processuale, le parti principali sono il pubblico ministero, che rappresenta l’accusa, l’imputato, che è rappresentato dal suo legale, e la parte offesa, anche questa rappresentata da un legale.
Un aspetto del processo che, troppo spesso, viene confuso o sottovalutato
Perdonatemi questa sommaria premessa, che può apparire banale anche senza esserlo, ma è indispensabile per chiarire un aspetto del processo che, troppo spesso, viene confuso o sottovalutato, soprattutto a causa dell’atteggiamento di chi tratta i processi come una partita a briscola o come un derby di calcio visto dai tifosi della curva, e per questa ragione confonde la pubblica accusa con il giudice, l’imputato con il colpevole ed il suo avvocato difensore con il complice.
Ebbene, carissimi avvocati della domenica, carissimi magistrati da bar dello sport, carissimi tifosi delle curve dello stadio in cui gioca la società, il processo, piaccia o non piaccia, rappresenta un momento delicatissimo dell’esercizio del diritto, anzi, dei diritti di ciascuno di noi, persino di chi potrebbe pensare di non esserne parte. Chiunque, volente o nolente, torto o a ragione, in qualsiasi momento della vita, può finire sotto processo. In tal senso ricordo, ovviamente solo a me stesso, che in media, ogni anno, oltre mille italiani finiscono in carcere da innocenti e rischiano di vedere distrutta la propria vita senza aver commesso assolutamente nulla. Chiunque, infatti, può correre il rischio di finire, prima dietro le sbarre di una cella umida e buia, e poi in un processo, senza avere alcuna colpa o alcuna responsabilità, neanche di tipo testimoniale, eppure accade, anche se pochi dei tanti casi assurgono agli onori, anzi, ai disonori, della cronaca.
Tre semplici elementi sui quali si fonda il nostro diritto penale
Dunque, facciamo bene attenzione e proviamo a comprendere almeno i seguenti tre semplici elementi sui quali si fonda il nostro diritto penale.
1) L’imputato non è automaticamente il colpevole, ma può diventarlo dopo una condanna intervenuta alla fine di tre gradi di giudizio; talvolta neanche allora, dato che potrebbe esserci il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
2) L’avvocato difensore dell’imputato non è il suo complice, ma colui il quale gli garantisce che durante le varie fasi dell’inchiesta e del processo, nei suoi confronti, venga rispettata la legge.
3) Il Pubblico ministero è colui il quale formula l’accusa, dato che non esprime un giudizio. Lui, nell’eventuale interesse della società, ipotizza la commissione di un reato da parte di qualcuno e lo persegue secondo legge.
Quando svolgevo le funzioni di Garante dei Diritti dei detenuti, molti pensavano che io difendessi i criminali ovvero, ancora peggio, che io difendessi il crimine. Molti altri, i meno perfidi, pensavano che io fossi una sorta di assistente sociale. Costoro, di solito, o erano ignoranti o erano in malafede. Io mi limitavo a garantire che ai reclusi venisse assicurato il rispetto dei loro diritti.
Ebbene sì, anche se può apparire inusuale o assurdo, soprattutto alla luce di certe crudeltà che la cronaca ci racconta ogni giorno, pure i detenuti hanno dei diritti e, purtroppo, certe volte, qualcuno li viola. Quando ciò accade, e speriamo che accada sempre meno o mai, lo Stato si trasforma esso stesso in imputato e, in quanto tale, è passibile di processo e di eventuale condanna. Le questioni di natura penale, purtroppo, anche grazie ai media e ai social, si stanno esageratamente spettacolarizzando e questo, se non vi si dovesse porre rimedio, metterà ancora nei guai tantissima gente perbene.

