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Diga Trinità, stop allo spreco (ma non alla crisi)

Diga Trinità, stop allo spreco (ma non alla crisi)
Diga Trinità, Castelvetrano

Interrotti gli sversamenti in mare. Sulla messa fuori esercizio, però, ancora nessuna novità. La quota d’invaso è 5 metri sul livello d’allarme. Safina (Pd): “Dare soluzione agli agricoltori”

TRAPANI – La diga Trinità di Castelvetrano continua a far sollevare reazioni e stupore. La notizia battuta dalla stampa locale è che domenica sarebbero state chiuse le saracinesche di fondo dell’invaso e che lo sversamento in mare dell’acqua di bacino sarebbe stato fermato. Da quanto apprende il Quotidiano di Sicilia invece l’interruzione dello spreco risalirebbe a un paio di giorni prima, cioè a venerdì, ma sul fronte della disposizione di messa fuori esercizio imposta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non risultano esserci aggiornamenti. L’ultima notizia risale alla nostra inchiesta del 21 febbraio, quando era già stato nominato l’ingegnere Salvatore Miliziano quale esperto in materia per dirimere ciò che la precedente perizia aveva causato: svuotamento dell’invaso e commissariamento del dipartimento regionale acqua e rifiuti.

I ritardi della Regione siciliana

“La notizia dello stop allo spreco d’acqua dalla diga Trinità, dopo settimane di inutile deflusso in mare, arriva come un’ammissione tardiva e imbarazzante dell’incapacità gestionale della Regione siciliana”, attacca la deputata regionale e trapanese del Movimento 5 stelle Cristina Ciminnisi. Per la parlamentare non ci sono grandi dubbi, prescindendo dal reale stato di sicurezza della diga. “Migliaia di metri cubi d’acqua, dunque, sarebbero stati dispersi in modo irresponsabile, mentre la Sicilia affronta una crisi idrica senza precedenti”. Delle due l’una, secondo Ciminnisi: la diga è sicura e l’acqua è stata sprecata, oppure la diga non è sicura e si è perso tempo e denaro senza far nulla, inclusa la manutenzione.

“La Regione Siciliana – prosegue appunto la deputata – inattiva nei controlli e nella gestione della diga Trinità, come delle altre dighe siciliane, avrebbe atteso la super perizia per rendersi conto, infine, che non ci sarebbe stato alcun bisogno di sprecare una risorsa così preziosa”. Infine, sullo stato dell’arte e sull’efficienza degli uffici regionali siciliani, quello di Cristina Ciminnisi è un atto d’accusa diretto: “Questo ritardo non è solo inefficienza, è un tradimento verso gli agricoltori trapanesi, che da anni subiscono razionamenti e carenze idriche. Perché non si è intervenuti prima? Perché sono state ignorate le richieste di interventi urgenti sulla diga Trinità? La recentissima presenza di tecnici, dirigenti e commissari durante i sopralluoghi non basta a giustificare l’inerzia dimostrata”.

L’inerzia del dipartimento regionale Acqua e rifiuti

Per risolvere l’inerzia attribuita infine al dipartimento regionale Acqua e rifiuti, la presidenza della Regione aveva commissariato la questione diga di Castelvetrano affidando la gestione al direttore generale della Protezione civile siciliana Salvo Cocina. Sullo stop allo sversamento Cocina conferma, ma sulla perizia di Miliziano e sul tavolo con il Mit per sospendere il procedimento di messa fuori esercizio ci dice di non avere aggiornamenti ufficiali. Abbiamo però appreso che attualmente la quota di invaso è a 59 metri, quindi tecnicamente sarebbe cinque metri sopra la quota d’allarme indicata dal Ministero. Il bacino è stato avviato allo svuotamento e alla disposizione di messa fuori esercizio doveva essere portato a quota 50 metri sul livello del mare.

Le acque della Diga Trinità sono destinate a esclusivo uso irriguo

A valle e tutto intorno al bacino di Castelvetrano, le cui acque sono destinate a esclusivo uso irriguo, ci sono oltre cinquemila ettari di agricoltura condannata se il problema non verrà risolto per tempo. Anche se la quota di invaso dovesse tornare a 61 o 62 metri, come auspicato dal commissario ad acta, Salvo Cocina, il lago della Trinità arriverebbe a contenere 1,5 milioni di metri cubi d’acqua contro i 4 milioni stimati per il fabbisogno irriguo dell’area. La soluzione era stata proposta dal deputato regionale trapanese del Partito democratico Dario Safina, che all’assessore regionale all’Agricoltura aveva chiesto iniziative per salvare l’acqua per uso irriguo con piccoli laghi aziendali e altre forme di recupero. La proposta risale al tempo dell’allarme sulla sicurezza della diga e alla conseguente necessità di svuotare l’invaso. Da allora, oltre a far finire in mare l’acqua nulla è stato fatto.

Rimane il problema acqua per gli agricoltori trapanesi

“Annunciano che probabilmente potranno tenere in funzione la diga con quota di invaso a 62 metri, che significa un milione e mezzo di metri cubi d’acqua, ma non dicono come intendono risolvere il problema dell’acqua per gli agricoltori”, dice Dario Safina. Il deputato del Pd riconosce il dato positivo del mantenimento in esercizio della diga, ma conferma al cronista che su iniziative per “immagazzinare” l’acqua non è stato preso alcun provvedimento, né dall’Assessorato per l’agricoltura né in altre sedi. “Come intendono assicurare una regolare irrigazione a questi cinquemila ettari di colture?”, chiede Dario Safina. Stesso quesito posto dalla collega, e conterranea, del Movimento 5 stelle che annuncia richiesta di convocazione in Commissione Attività produttive – la stessa in cui hanno avuto inizio le audizioni sulla diga – per sapere cosa intende fare la Regione per la diga e cosa per il territorio che già con una invasatura a 62 metri sarebbe a corto d’acqua e se non dovesse piovere in estate crollerebbe l’economia del settore agricolo servito dalla Trinità.