Digitalizzazione contro la cultura del favore - QdS

Digitalizzazione contro la cultura del favore

Carlo Alberto Tregua

Digitalizzazione contro la cultura del favore

sabato 19 Febbraio 2022

Tracciati contro la corruzione

Nel nostro Paese, più a Sud che a Nord, è diffusa la cultura del favore e non quella dell’efficienza, che porta obiettivamente ad ottenere risultati. Ma il favore è contrario al merito perché fa prevalere gli incapaci su coloro che hanno qualità per ottenere risultati.

La questione è tutta qui: ribaltare questo meccanismo perverso e lanciare a livello nazionale, regionale e locale una mentalità che annulli quella precedente e convinca i cittadini che possono riuscire a conseguire risultati con le proprie capacità, fondate sulle conoscenze continuamente innovate.
Ecco, conoscenze e innovazione sono qualità che possono far prevalere alcuni soggetti rispetto ad altri.
Tutti i percorsi devono avere le gambe per camminare. Qual è la gamba necessaria per inserire la mentalità del merito e della responsabilità, anziché quella del favore? La digitalizzazione di tutti i processi, interni ed esterni, che parte con la diffusione della rete nazionale 5G di ultima generazione, la quale consentirà – quando sarà realizzata – ad ogni cittadino di connettersi e quindi di sviluppare tutti i processi necessari alla propria attività.

Ma non basta. Occorre che le reti siano compatibili generalmente con tutte le altre reti in un continuo processo di omogeneizzazione, per cui le informazioni immagazzinate sono utilizzabili da qualunque altro sistema informatico. Il discorso vale, per esempio, con la digitalizzazione, ma anche con le informazioni riguardanti i cittadini e raccolte nelle banche dati di Comuni, Province, Regioni e Stato. Cosicché, la potenzialità di ogni banca dati viene moltiplicata enormemente perché utilizza la sinergia con tutte le altre, con le quali è collegata.

Altro esempio positivo è stata l’omogeneizzazione delle banche dati degli istituti di credito. Questo ha consentito agli organi di controllo fiscale di potere accedere e quindi verificare se i redditi dichiarati ogni anno siano proporzionati ai movimenti finanziari.
È vero che il Garante per la protezione dei dati personali raccomanda di utilizzare con attenzione le informazioni sensibili, ma è anche vero che il controllo è sacrosanto.
In questo processo di sviluppo e di innovazione, stona la lentezza con cui tutte Amministrazioni pubbliche, di ogni livello, procedono all’attivazione degli impianti necessari a fare sparire le cartacce dai tavoli di dirigenti e dipendenti.

Ho avuto il piacere di fare un forum con l’Avvocato generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli, pubblicato il 4 agosto 2020. La prima cosa che mi fece vedere fu la sua scrivania sulla quale non vi era un pezzo di carta. Mi disse che non ve n’era bisogno perché tutte le venticinque avvocature dello Stato, relative ai Distretti giudiziari, sono ormai collegate, così carte fra loro non ne circolano più.
Vorremmo che questo esempio fosse traslato in tutte le Amministrazioni pubbliche. Quando i fascicoli sono tracciati, quando tutti i documenti inerenti sono registrati, risulta l’ora e la data, diventa facile l’indispensabile funzione di controllo sull’efficienza del reparto o del servizio e quindi sulle capacità del dirigente e dei suoi impiegati.

Ecco che cosa serve: dare un impulso fortissimo alla Pubblica amministrazione affinché evada le richieste di imprese e cittadini in trenta e non in trecento giorni, premiando e sanzionando i dirigenti.
Ovviamente questo processo può essere facilitato se tutte le leggi e i procedimenti verranno semplificati, eliminando ceppi, cavalli di Frisia e ostruzioni di qualunque genere che impediscono la rapida evasione delle istanze.

Questo va fatto e con urgenza perché la Pa diventi locomotiva e la finisca di essere invece un peso dell’economia nazionale e locale.

Quando tutto è digitalizzato diventa impossibile concedere favori a questo o a quello, all’amico o al parente, al corruttore o a chiunque altro voglia saltare i passaggi. Ovvero, se questo avviene può essere rilevato anche successivamente e sanzionato.

Dunque, digitalizzare, digitalizzare, digitalizzare; semplificare, semplificare, semplificare. Ci chiediamo se Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione da questo orecchio ci senta.

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