Il Governo russo presieduto da Vladimir Putin – da alcuni considerato dittatore e da altri eletto democraticamente – ha riconosciuto il Governo dei Talebani in Afghanistan.
Dalle scarse notizie che ci arrivano, in quello Stato non esistono diritti, in quanto il Governo è autocratico e stabilisce norme che considerano cittadini solo gli uomini, mentre le donne, di fatto, sono schiave. Non sappiamo se altri Governi, anche orientali, riconosceranno quel regime totalitario, ma sarebbe terribile se lo facessero.
Perché vi abbiamo citato questo fatto? Perché esso rientra in quella logica che muove i Governi di tutto il mondo, secondo la quale vi sono elementi di convenienza che fanno prendere decisioni in un senso o in quello opposto. Questi elementi di convenienza sono quasi sempre basati sul denaro, il quale, in fondo a ogni valutazione, è quello che determina le decisioni.
Sembra una considerazione amara, ma, se ci pensate, è realistica.
Perché scoppiano le guerre e, per quello che ci riguarda da vicino, quella russo-ucraina e quella fra Israele e Palestina? Per il danaro, quale quello che le industrie delle armi vogliono ingordamente e che possono ottenere dando sfogo alla produzione di armamenti di varia natura utili per le guerre.
Perché Israele ha debordato nelle alture del Golan, in Siria e su Gaza? Perché aumentando la superficie del proprio territorio può mettere in moto tutti i settori economici annessi e connessi, per esempio, alla costruzione, che quindi producono denaro.
Perché la Russia ha invaso l’Ucraina? Perché annettendo le quattro Regioni più la Crimea intende sviluppare la propria economia e quindi produrre più denaro.
È vero che esso è, o dovrebbe essere, uno strumento di misura degli scambi di beni e servizi, ma è anche vero che alla fine di ogni percorso esso è sempre presente, perché anziché essere utilizzato come mezzo viene spesso utilizzato come fine.
Purtroppo il denaro si trova anche nelle vicende umane, personali, familiari, amicali, che non dovrebbero essere basate su questioni economiche. Ricordate Paperone?
Allora, dobbiamo considerarlo uno strumento maledetto, per chi ci crede, uno strumento del diavolo?
Neanche per sogno. È uno strumento, appunto, necessario per misurare beni e servizi, solo che le persone ne fanno molto spesso un uso improprio o cattivo.
Come sempre non esiste qualcosa che sia buona o pessima, bensì l’uso che se ne fa. L’uso del denaro sta diventando pessimo in molti casi perché chi lo manovra si sta muovendo in base a istinti animaleschi e solo in un minor numero di casi in base a valutazioni culturali basate, su valori etici.
Queste considerazioni non devono intendersi negative, cattive o brutali, ma semplicemente come una presa d’atto della realtà, senza della quale si fanno considerazioni inutili che non approdano a niente.
Dunque, il denaro muove il mondo e questo perché i valori eterni sono spesso dimenticati o gli ignoranti (nel senso che ignorano) non ne hanno la minima cognizione.
Ecco perché le classi illuminate di ogni società, soprattutto quelle dei Paesi a economia avanzata, dovrebbero porsi la questione di combattere l’ignoranza, perché più il Popolo è colto, più capisce, più sa scegliere e più combatte i fatti e le circostanze negativi.
Quanto vi esponiamo oggi non è di comune diffusione eppure, noi che facciamo informazione abbiamo il dovere etico di spiegare come siano fatti e circostanze, indicando le possibili soluzioni, fermo restando che ciascuno poi deve “pensare con la propria testa e non con quella degli altri”.
È la solita millenaria questione della lotta fra il bene e il male. Il male è l’ignoranza, la cultura è la cura. Ma ci vogliono bravi medici per indicare tale cura a chi è consapevole di essere ammalato, cioé ignorante.
Tale parola, ignorante, viene adoperata erroneamente e spesso come una sorta di insulto, ma non è così, perché tutti siamo ignoranti in quanto non conosciamo la maggior parte di ciò che esiste. Ecco perché ognuno di noi dovrebbe avere la coscienza di fare il possibile per diminuire il proprio tasso di ignoranza, sapendo che mai la colmerà.

