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Dipendenza da internet: i segnali, i rischi e le conseguenze di una connessione compulsiva

Dipendenza da internet: i segnali, i rischi e le conseguenze di una connessione compulsiva
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Cellulare e tecnologie digitali sono parte integrante della vita ma possono provocare una vera “dipendenza da internet”

Secondo l’ultima rilevazione del Censis (Giugno 2023), il 5,8% degli adulti italiani pensa che l’uso di internet non porti con sé dei problemi. Al tempo stesso, circa il 15% dei ragazzini ha subito nel 2022 una qualche forma di cyberbullismo. Cellulare e tecnologie digitali, soprattutto durante l’adolescenza, hanno assunto sempre più un ruolo sociale. Sono parte integrante della vita degli adulti ma soprattutto dei bambini e dei ragazzi in quanto strumenti di comunicazione e relazione, di informazione, studio, creatività e, soprattutto, di partecipazione ma possono provocare una vera “dipendenza da internet” (Internet addiction).

Questa è un comportamento patologico caratterizzato dall’uso eccessivo e compulsivo della rete, che provoca isolamento sociale e malessere psicologico e può manifestarsi come ludopatia, come coinvolgimento estremo nei social media (“Social Media Addiction”) e nel mondo del gaming (“gaming disorder”) e sotto forma di sindrome da nomofobia, ovvero la paura di non poter accedere al proprio smartphone o a internet, o di sindrome di Hikikomori.

A queste problematiche si aggiungono le ripercussioni sulla postura in quanto si tende a curvarsi in avanti e a piegare la testa verso il basso in direzione dello schermo sollecitando i muscoli del collo fino a cinque volte di più rispetto a una postura eretta (sindrome tech neck). E non dimentichiamo la sindrome da stanchezza cronica provocata dalla “luce blu” degli schermi elettronici, che affatica la vista e inibisce la secrezione di melatonina necessaria per la regolazione dei ritmi sonno-veglia con conseguenze a livello cerebrale. Neanche gli adulti sono immuni dai pericoli della rete e sono spesso soggetti a fenomeni di hackeraggio o frode, come il furto di dati personali e l’estorsione di denaro. Ultime, non per importanza, le fake news già fenomeno diffuso in tutto il mondo che potrebbe subire un ulteriore incremento in seguito alla recentissima decisione del CEO di Meta, Zuckerberg, di adottare una politica di ‘no fact checking’, in cui si limitano i controlli e si permette la circolazione di informazioni non verificate.

Eppure nessuno potrebbe fare a meno di Internet perché offre a ciascun individuo gli strumenti per esprimersi e partecipare attivamente alla vita sociale e politica ma anche poiché la digitalizzazione ha reso possibile il lavoro da remoto con la conseguente riduzione dell’impatto ambientale, la creazione di nuovi posti di lavoro e l’apertura di nuove frontiere anche in ambito sanitario. La F.I.M.P. ha realizzato la Guida “Bambini e adolescenti in un mondo digitale”.

Nel merito lo studio rileva inizialmente che per i partecipanti esperti si è osservato un aumento delle attivazioni cerebrali, mentre i partecipanti non esperti hanno mostrato scarsa differenza nelle attivazioni cerebrali tra i due compiti. Però, dopo cinque giorni di pratica su internet, anche questi hanno mostrato ulteriori attivazioni prefrontali durante la ricerca nel web.

Dunque l’educazione digitale è essenziale per guidare le nuove generazioni verso un uso consapevole e responsabile della tecnologia, promuovendo il pensiero critico e la sicurezza informatica. È fondamentale anche insegnare la gestione del tempo online, la resilienza digitale e sensibilizzare sulle norme della netiquette che, dall’uso di un linguaggio rispettoso alla tutela della privacy altrui, contribuisce a mantenere un ambiente online positivo e a migliorare le interazioni.

Per formare la “generazione digitale” è necessario un impegno coordinato tra scuole, famiglie e istituzioni, con un approccio educativo basato su conoscenza, consapevolezza e responsabilità.

IV A n.o. – Liceo “Enrico Fermi” Ragusa