Una Commissione d’inchiesta per accertare le origini del disavanzo
Per la cronaca, il 18 marzo 2019 l’avvocato Armao, assessore al Bilancio della Regione Siciliana, con sua determinazione, per fare luce sulla vicenda, ha istituito una Commissione di studio a cui è stato dato un preciso mandato: “accertare le cause del disavanzo”, quindi “l’effettiva configurazione e composizione”.
L’importante e inedito studio è stato svolto da un gruppo di professionisti e a titolo gratuito.
Un flambé, alimentato dal fiato di chi ha presentato l’esito dell’indagine, il quale ha tenuto a sottolineare che tutto sarebbe maturato nella precedente Legislatura e “che il governo Musumeci si è ritrovato a dover coprire nel 2019 con i conseguenti effetti sul riequilibrio dei conti pubblici regionali”.
E qui viene il bello, che non è da intendersi in senso stretto.
Nel flamber, l’avvocato Armao ha chiarito che il disavanzo “non è un debito verso terzi ma un’asimmetria tra poste attive e passive”, ovvero, la Regione Siciliana, negli anni e forse anche oggi, ha speso più di quello che ha incassato, soprattutto dai Tributi erariali spettanti alla Sicilia, quindi dai trasferimenti dello Stato, che negli ultimi esercizi finanziari sono letteralmente in picchiata.
“La commissione ha fatto un’operazione di ricognizione, – continua l’avvocato – perché solo una Regione con i conti in regola può avere la capacità di negoziare con Roma un’autonomia finanziaria piena e dignitosa”.
L’indifferenza della Commissione Antimafia e Anticorruzione
Tuttavia, gli autorevoli componenti, scevri da condizionamenti politici, denunciano che “alcuni documenti ritenuti necessari per l’indagine sono risultati carenti o addirittura indisponibili, sebbene richiesti”.
Fatti e circostanze (somme cancellate dai bilanci, privi di causali e di riscontri ufficiali) che non avrebbero riscontrato l’interesse della Commissione Antimafia e Anticorruzione della XVI e XVII Legislatura, che se pur non ha poteri di polizia giudiziaria detiene quello dell’indagine amministrativa.
LA BEFFA PER LA REGIONE CHE SI INDEBITA CON LE BANCHE (CONTUNUA LA LETTURA)

