Disavanzo contabile, per i siciliani ingiusto balzello di miliardi di euro

Disavanzo contabile, per i siciliani ingiusto balzello di miliardi di euro
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La restituzione allo Stato delle “passività”, meglio identificate come “disavanzo”, pone i cittadini in condizione di schiavitù di norme che possono e devono essere cambiate

La beffa: la Regione si indebita con le Banche

Cosa accade, quindi, quando i ragionieri a fine anno si accorgono di avere speso e/o impegnato più rispetto alle entrate e nel corso degli anni hanno fatto ricorso alle anticipazioni bancarie?
Secondo il Dlg 118/2011 l’asimmetria contabile, ovvero il disavanzo, deve essere messo nella disponibilità della Tesoreria dello Stato. Non vi è alcun margine di trattativa.
Quindi, nel caso dei rapporti tra lo Stato e la Regione Siciliana, lo stesso non ti garantisce l’intero gettito tributario (10/10 di Irpef e Iva, a titolo di esempio), i servizi essenziali devono essere assicurati, quindi in mancanza di liquidità (dovuta anche al mancato incasso di tasse e tributi) si chiede alle Banche l’anticipo di risorse per pagare stipendi e fornitori di servizi essenziali, sulle quali maturano interessi passivi e poi, in ultimo, la beffa. La restituzione allo Stato della differenza tra le entrate e le uscite, ovvero della passività, meglio identificate come “disavanzo”.
Il risultato è che i siciliani pagano quattro volte ingenti cifre che, come afferma Armao, non rappresentano un debito verso terzi. (1. Lo Stato non trasferisce le risorse alla Regione, quindi ai Comuni, gli stessi non incassano abbastanza tasse e tributi; 2. La Regione chiede anticipo alle Banche, che deve essere restituito; 3. Sulle anticipazioni maturano gli interessi; 4. Il disavanzo miliardario maturato deve essere restituito, allo Stato).

L’ERRORE POLITICO. ECCO DI COSA SI TRATTA (CONTINUA LA LETTURA)

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