Disavanzo contabile, per i siciliani ingiusto balzello di miliardi di euro

Disavanzo contabile, per i siciliani ingiusto balzello di miliardi di euro
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La restituzione allo Stato delle “passività”, meglio identificate come “disavanzo”, pone i cittadini in condizione di schiavitù di norme che possono e devono essere cambiate

L’errore politico

La domanda che ci poniamo è la seguente: se non è un debito verso terzi perché deve essere restituito allo Stato, a danno dei siciliani?
Queste somme, in forma “gassosa” in quanto determinati dal riaccertamento straordinario ma che si solidificano solo al momento della restituzione, non devono essere ripianate, ed averlo previsto costituisce un ingiustificabile errore politico, conseguenza di un’anomalia gestionale. Una tra tutte, prevedere entrate che mai (con consapevolezza) verranno introitate, al fine di pareggiare i bilanci così come impone il “centodiciotto”.

Tutto questo accade perché – almeno in Sicilia – chi accerta è un soggetto diverso dagli Uffici della Regione Siciliana, se così non fosse non si registrerebbe indebitamento e la conseguenza sarebbe quella di offrire servizi pubblici adeguati alla peculiarità dell’arcipelago.
Dal primo ottobre scorso le cose andranno peggio in quanto accertamento e riscossione verranno effettuati dallo Stato, attraverso una società creata ad hoc, che ha assorbito Riscossione Sicilia e controllata dall’Agenzia delle Entrate.
La Regione continuerà a chiedere a Roma – con il cappello in mano – sulla consistenza del proprio portafoglio.

Ignorate le previsioni legislative

La soluzione. La Regione Siciliana fin dall’entrata in vigore della Legge di contabilità pubblica, ha ignorato (volutamente?) le previsioni contenute nel D.lgs. 267/2000, nella Legge 42/2009 e nello stesso D.lgs. 118/11; con il supporto giuridico di queste norme il Governo regionale avrebbe potuto  emanare disposizioni legislative applicabili solo in Sicilia e non restituire allo Stato le ingenti somme di cui scriviamo, piuttosto, il Governo regionale in carica ha recepito per intero il  D.lgs. 118/11, attraverso una determinazione della Commissione Paritetica di dicembre 2019.
Sarebbe stata una svolta storica e l’applicazione di un principio ignorato per troppo tempo.
A tal proposito abbiamo chiesto un chiarimento all’assessore Armao, attraverso i suoi collaboratori e via mail. Non abbiamo ricevuto alcun riscontro. 

Si spalma la Nutella

Disavanzo contabile, per i siciliani ingiusto balzello di miliardi di euro

Quello che regna è la confusione e l’illogicità, che pongono i cittadini in condizione di schiavitù di norme che possono e devono essere cambiate.Paradossalmente la pandemia avrebbe dato alla politica la possibilità di porre il tempo all’anno zero, sopravvenuta all’indomani del riaccertamento dei residui attivi, quindi, della pulizia integrale dei bilanci.
La ripartizione pluriennale (si spalma la Nutella) dei disavanzi accertati (solo per la Regione, i Comuni sono stati lasciati alla deriva, costretti ad accantonare una somma pari ai crediti di dubbia esigibilità. Lealmente? Nei prossimi mesi sarà un disastro) sottrae risorse alla comunità (ne pagano principalmente le conseguenze le fasce deboli) e la illogica restituzione allo Stato dovrebbe indurre, fin da subito, a emanare norme che azzerino il disavanzo maturato affinché le generazioni future non paghino le colpe di altri che nemmeno conoscono.
Nell’immediato ne trarrebbero legittimo ristoro anche gli attuali residenti, costretti a lesinare ogni diritto, che in Sicilia si è trasformato in “gentile” concessione.

 Vincenzo Lapunzina

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