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Discarica di Randazzo: uno stallo che dura da tre anni

Discarica di Randazzo: uno stallo che dura da tre anni
Da fuoco ai rifiuti e viene ripreso: arrestato

Il via libera alla progettazione dell’opera, alternativa alla gestione privata degli impianti di conferimento dei rifiuti, era arrivato nel 2022, ma tra rimpalli e somme “cancellate” dai bilanci, l’iter è ancora bloccato

RANDAZZO – Sullo sfondo di un’estate attraversata dagli scandali giudiziari, come nel caso delle vicende che coinvolgono il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e l’assessora al Turismo Elvira Amata, una nuova storia con protagonista in negativo la Regione inizia a farsi strada. Riguarda l’incapacità di erogare un finanziamento per la progettazione di un impianto pubblico per la raccolta dei rifiuti. Gli stessi di cui spesso si lamenta la mancanza e la conseguente impossibilità di abbassare i costi di conferimento dei Comuni, e nonostante le risorse economiche fossero state date per certe già tre anni fa, al punto da indire e aggiudicare una gara d’appalto. I soldi, tuttavia, improvvisamente sembrano essere spariti. Tra dimenticanze e rimpalli di responsabilità che hanno l’effetto – non inconsueto per la pubblica amministrazione regionale – di finire per favorire indirettamente i privati.

La storia ha inizio nell’ultimo scorcio del governo Musumeci. Era il 2022 e in Sicilia teneva banco l’assenza degli spazi per abbancare i rifiuti indifferenziati, ma più in generale la carenza di impianti pubblici. I termovalorizzatori erano ancora lontani – ancora oggi lo restano, ma qualche passo in avanti è stato fatto – e le notizie delle prime spedizioni delle eco-balle all’estero facevano discutere per l’inevitabile aumento dei costi della Tari che avrebbero comportato. È in questo contesto che il governo regionale inizia a sollecitare le Srr – i 18 enti d’ambito in cui è divisa l’Isola – a fare ciò per cui sono stati creati: occuparsi della pianificazione e realizzazione degli impianti pubblici, in modo da creare alternative ai privati e provare ad abbassare i costi del trattamento.

La Regione va anche oltre: decide di inviare commissari con il compito di individuare le zone in cui costruire gli impianti e indire le prime procedure di gara. Un’iniziativa che più di una Srr critica, giustificando quella che altri chiamano inerzia con la condizione di chi non ha sufficienti risorse per svolgere il proprio ruolo. Ai commissari, invece, i fondi vengono dati. Tra questi ci sono quelli per realizzare nel territorio di Randazzo – appartenente alla Srr Catania Provincia Nord – una discarica pubblica. L’intenzione è quella di strutturarla con tutte le tecnologie del caso, in modo da recuperare quanta più materia possibile da riciclare prima del deposito nelle vasche.

A febbraio del 2022, il commissario dà l’ok per avviare le procedure per affidare il servizio di progettazione. In totale servirebbero 5 milioni, ma il primo passo – il progetto di fattibilità tecnica-economica – sarebbe raggiungibile con 944 mila euro. La somma da stanziare si prevede di attingerla dai 3 milioni previsti nel capitolo di bilancio riguardante le “assegnazioni dello Stato” per la realizzazione di impianti nella Sicilia orientale, che il Piano sviluppo e coesione destina al trattamento della frazione organica.

Il colpo di scena arriva però a fine anno: “Nel riaccertamento al 31 dicembre 2022 le somme sono state eliminate”, si legge in uno dei documenti che compongono il lungo carteggio che in questi anni c’è stato tra la Regione e la Srr. Il 2023 passa con la richiesta, fatta dal dipartimento regionale tecnico (Drt) alla Ragioneria della Regione, di riprodurre nell’ambito delle variazioni di bilancio i 944 mila euro necessari per dare esecuzione al contratto di progettazione. Dalla Ragioneria viene risposto che deve essere il Drt innanzitutto a “disporre l’accertamento in entrata con apposito provvedimento e richiedere la relativa iscrizione sul capitolo”. Arriva dicembre e i più ottimisti tirano un sospiro di sollievo: la somma viene accertata su uno dei capitoli di entrata del bilancio 2024. Quando c’è di mezzo la Regione, però, l’ottimismo può rivelarsi un azzardo e infatti a marzo la Ragioneria dice al Drt che per ottenere l’iscrizione delle somme sul capitolo di spesa la cosa migliore da fare è “inoltrare la richiesta di variazione direttamente al dipartimento della Programmazione”.

Si tratta del principio di un nuovo labirinto burocratico: a marzo del 2024, dal dipartimento della Programmazione fanno sapere di “non poter procedere alle verifiche di competenze atteso che le operazioni in argomento non risultavano correttamente monitorate sul Sil Caronte”. Si tratta del sistema informativo in cui vengono raccolte le informazioni relative ai progetti finanziati con fondi strutturali o risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione. I mesi successivi passano con la designazione del responsabile interno dell’operazione (Rio) richiesto dal portale Caronte, fino a che a ottobre il dipartimento regionale tecnico torna a chiedere il reinserimento del progetto nel programma di finanziamento.

La risposta tarda ad arrivare e così a novembre il Drt – dopo avere appreso che i fondi Fsc non sono più utilizzabili per Randazzo e ipotizzando un impiego dei fondi Poc – decide di smarcarsi definitivamente dalla partita. “Si è del parere che le procedure del progetto ritornino al dipartimento Acque e Rifiuti, quale dipartimento competente delle attività delle Srr, stante che l’architetto Lizzio, commissario protempore, ha concluso il proprio mandato”. Ad assistere a tutto ciò è stato il presidente della Srr Catania Provincia Nord, Ignazio Puglisi, che ha più volte scritto alla Regione chiedendo di trovare una soluzione. “La situazione va oltre l’imbarazzo, il senso di frustrazione e l’impotenza di fronte a una totale assenza di interesse per l’avvio dell’attività di progettazione che potrebbe consentire di dare una risposta importante a tutte le comunità che vivono nei comuni che fanno parte della Srr – si legge in una delle molteplici note inviate da Puglisi –. Nel frattempo i gestori privati degli impianti di conferimento continuano a fare il bello e, soprattutto, il cattivo tempo per i Comuni e per i cittadini, con il concorso omissivo dei competenti organi regionali”.

Il tema nei giorni scorsi è finito anche all’attenzione del Consiglio comunale di Acireale, il cui primo cittadino, Roberto Barbagallo, siede nel consiglio d’amministrazione della Srr. “Abbiamo chiesto al primo cittadino – dichiara l’esponente di opposizione Ugo Trovato (FdI) – di aggiornare l’aula sull’impasse che va avanti da troppo tempo, ma non abbiamo avuto la chiarezza che ci aspettavamo. Non è accettabile, sia perché Barbagallo siede nel Cda e sia perché si tratta di un tema che si riflette sulle tasche dei cittadini costretti a pagare le spedizioni dei rifiuti all’estero”.